2014-05-12 13:54:00

Vertice Asean segnato dal contenzioso con la Cina


Con un comunicato finale, si sono chiusi ieri i due giorni di incontri del 24° Vertice dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean). Un evento importante per una serie di motivi ma che per diverse ragioni ha finito per dare risultati assai scarsi.

Si è trattato del primo evento del genere ospitato in Myanmar, da 17 anni parte dell’Organizzazione nata nel 1967 che accoglie oggi dieci Paesi: Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam. Un segnale importante di riabilitazione per il Paese uscito solo tre anni fa dalla dittatura militare e che ha solo di recente ottenuto la sua prima presidenza di turno dell’Associazione.

L’organizzazione delle giornate nella capitale politica Naypyitaw è stata all’altezza, seppure in parte segnata dalle pressioni internazionali sul governo birmano riguardo il trattamento delle minoranze e in particolare dei musulmani Rohingya, verso i quali – come pure verso i musulmani locali delle regioni centrali – sono da tempo in atto forti pressioni e numerosi episodi di intolleranza.

Oltre a questo, la situazione del Brunei dopo l’avvio di un processo di adattamento delle pene al nuovo codice penale improntato a una versione radicale della legge coranica, e le manifestazioni in atto in Thailandia che hanno impedito di inviare un una delegazione ad alto livello a un’assise di capi di stato e di governo, sono stati al centro del dibattito, seppure mediato dall’abituale politica di non ingerenza del gruppo sugli affari interni dei singoli membri.

Diverso invece, il peso delle tensioni in corso nel Mar Cinese meridionale, tra Stati-membri come Vietnam e Filippine, e Repubblica popolare cinese che ha da tempo accresciuto la presenza in aree marittime ricche di pesce e di potenziali risorse sottomarine, ma anche di notevole importanza strategica. In particolare negli ultimi giorni l’allontanamento con cannoni a acqua e lo speronamento di imbarcazioni vietnamite da parte di navi cinesi con nove feriti vietnamiti presso le isole Paracel hanno portato a dure proteste del governo di Hanoi.

Anche su questo argomento spinoso perché coinvolge rapporti bilaterali, equilibri strategici e interessi commerciali, il comunicato finale si limita a ribadire la necessità di creare un clima distensivo nella regione, di procedere verso la realizzazione del Codice di condotta nel Mar Cinese meridionale, lasciando nel frattempo ai singoli Paesi l’onere di rapportarsi con il colosso cinese. Per quanto riguarda il Vietnam senza nemmeno la protezione garantita dagli Usa all’alleato filippino.

Più concreti i risultati riguardo all’avanzata integrazione commerciale, che si concretizzerà il prossimo anno in un mercato comune Asean. La Dichiarazione di Naypyitaw adottata ieri identifica con precisione le aree di ulteriore, necessaria cooperazione e le linee per la promozione dello sviluppo economico dei Paesi membri. In questo senso, il Presidente birmano Thein Sein ha richiamato i Dieci a mantenere gli impegni assunti con risultati che concretizzino necessità, aspirazioni e potenzialità dell’Asean a beneficio degli oltre 500 milioni di abitanti. (R.P.)








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