2014-05-12 13:09:26

Libano. Card. Rai sulle elezioni presidenziali: vuoto di potere cancellerebbe il ruolo dei cristiani


Il patriarca di Antiochia dei maroniti, Bechara Boutros Rai, ha rilanciato l'allarme sugli effetti destabilizzanti che avrebbe per tutto il Libano, e soprattutto per i cristiani libanesi, il vuoto di potere causato dalla mancata elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro la scadenza istituzionale, fissata per il prossimo 25 maggio. “L'elezione di un Presidente e la sua presenza continua” ha detto il patriarca maronita durante l'omelia della Messa celebrata ieri nella basilica di Nostra Signora del Libano, ad Harissa “ conferisce legittimità alle istituzioni pubbliche. Il Presidente è il Capo di stato e il simbolo dell'unità nazionale. E noi stiamo pregando Dio affinchè ispiri i blocchi politici a tenere queste elezioni e a scegliere il miglior candidato nelle circostanze presenti, per il bene del Libano e delle sue istituzioni”.

Nel delicato sistema istituzionale libanese, fondato sul Patto nazionale del 1943 che distribuisce le cariche istituzionali tra i rappresentanti politici appartenenti alle diverse comunità religiose, la carica di Presidente della Repubblica è riservata a un cristiano maronita. “Il temuto vuoto nella presidenza, per il quale qualcuno sta lavorando” ha aggiunto il patriarca Rai “è respinto da noi e dal popolo libanese perchè rappresenterebbe una sfida al Patto nazionale e alla Costituzione” ed “eliminerebbe una componente essenziale di questo Paese, che è la componente cristiana”.

L'Assemblea parlamentare è stata convocata giovedì 15 maggio per il quarto tentativo di elezione presidenziale, ma anche la prossima seduta sembra destinata a non raggiungere l'obiettivo.

La Presidenza della Repubblica libanese diverrebbe vacante il prossimo 25 maggio, giorno in cui termina il mandato del Presidente in carica, Michel Sleiman. Finora i due blocchi politici che si contrappongono nel Paese – la Coalizione 8 marzo e la Coalizione 14 marzo – non hanno raggiunto un consenso intorno alla figura di un candidato di compromesso. A pesare sono soprattutto le contrapposizioni tra le Forze Libanesi - che hanno candidato il loro leader Samir Geagea – e il Partito sciita di Hezbollah, che ha respinto come una provocazione la candidatura di Geagea, finora non ritirata. Lo stesso Geagea ha dichiarato a un quotidiano saudita di preferire il vuoto di potere istituzionale alla prospettiva di “mettere il Paese sotto il controllo di Hezbollah”. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.