In Ucraina schiacciante vittoria dei si’ al referendum per l’indipendenza delle regioni
orientali
In Ucraina, è un quasi un plebiscito il referendum indipendentista delle regioni russofone
di Donetsk e Lugansk. L’89 per cento dei votanti ha detto sì al quesito che chiedeva
se staccarsi o no da Kiev. Ieri l’Unione Europea ha definito illegali le consultazioni.
Mosca "rispetta l'espressione della volontà della popolazione della regione di Donetsk
e Lugansk" e spera nel "dialogo tra i rappresentanti di Kiev, di Donetsk e di Lugansk":
Alessandro Guarasci:
I secessionisti
filorussi hanno avuto un successo in sostanza totale al referendum. Il risultato ''in
sostanza definitivo annunciato parla di 89,07% a favore, 10,19% contro. D’altronde
l’alta affluenza, oltre il 70% lo lasciava intendere fin da ieri pomeriggio. Una consultazione
illegale, secondo Kiev. Questo non è un referendum e non riconosciamo il voto, perché
una farsa organizzata dalla Russia, dice un portavoce del governo centrale dell’Ucraina.
Anche l'Occidente afferma che si tratta di una consultazione ''illegale'', come ha
ribadito in serata anche la portavoce del capo della diplomazia europea Catherine
Ashton. Sulla stessa linea il presidente francese Francois Hollande, mentre fin dalla
vigilia gli Usa avevano condannato il voto con parole durissime. Uno scenario nel
quale va segnalato il mutato atteggiamento dell'oligarca Rinat Akhmetov, che ha invitato
Kiev a non far ricorso alla violenza. Ieri un uomo e' stato ucciso ed un altro e'
rimasto ferito dagli uomini della Guardia Nazionale ucraina che hanno aperto il fuoco
all'esterno di un comune della regione di Donesk.
Ma quali riflessi potrà avere
il referendum? Alessandro Guarasci ha sentito Daniele De Luca, docente
di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università del Salento:
R. – Sinceramente
non so se l’idea della secessione sarà immediatamente fattibile. Innanzitutto, c’è
una data da tenere presente, che è quella del 25 maggio, cioè le elezioni presidenziali.
Probabilmente tutti nell’area, ma soprattutto Putin, stanno aspettando che le elezioni
si svolgano, per vedere come si comporteranno gli elettori ucraini, anche perché in
campo, non dimentichiamo, c’è la signora Timoshenko, che se dovesse essere eletta
sarebbe un gravissimo ostacolo sulla strada della pace e della convivenza con la Russia
di Putin.
D. – Una possibile secessione converrebbe davvero alla Russia?
R.
– Non credo in un primo momento Putin abbia messo in conto la secessione di un’ulteriore
area oltre alla Crimea. Il Donetsk non è un’area qualsiasi: da sola rappresenta almeno
il 20 per cento del pil dell’intera Ucraina. Di certo la difesa di quell’area, ma
soprattutto delle popolazioni di lingua e cultura russa, sta molto a cuore a Putin,
soprattutto dopo quello che è successo ad Odessa.
D. – Lei come giudica l’atteggiamento
dell’Europa, che sotto alcuni aspetti è stato oscillante, diciamo?
R. – L’Europa
non prende una decisione, in un senso o in un altro. Sì, è vero, minaccia le sanzioni,
ma che tipo di sanzioni? E queste sanzioni possono essere dannose per la Russia o
potrebbero essere dannose per l’Europa stessa? La storia corre e l’Europa è sempre
dietro.