Cari fratelli e sorelle, buongiorno! L’evangelista Giovanni ci presenta, in questa
quarta domenica del tempo pasquale, l’immagine di Gesù Buon Pastore. Contemplando
questa pagina del Vangelo, possiamo comprendere il tipo di rapporto che Gesù aveva
con i suoi discepoli: un rapporto basato sulla tenerezza, sull’amore, sulla reciproca
conoscenza e sulla promessa di un dono incommensurabile: «Io sono venuto – dice Gesù
– perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Tale rapporto è il
modello delle relazioni tra i cristiani e delle relazioni umane.
Molti anche
oggi, come ai tempi di Gesù, si propongono come “pastori” delle nostre esistenze;
ma solo il Risorto è il vero Pastore, che ci dà la vita in abbondanza. Invito tutti
ad avere fiducia nel Signore che ci guida. Ma non solo ci guida, ci accompagna, cammina
con noi. Ascoltiamo con mente e cuore aperti la sua Parola, per alimentare la nostra
fede, illuminare la nostra coscienza e seguire gli insegnamenti del Vangelo.
In
questa domenica preghiamo per i Pastori della Chiesa, per tutti i Vescovi, compreso
il Vescovo di Roma, per tutti i sacerdoti, per tutti; in particolare preghiamo per
i nuovi sacerdoti della Diocesi di Roma, che ho ordinato poco fa, nella Basilica di
San Pietro. Un saluto a questi 13 sacerdoti. Il Signore ci aiuti, a noi pastori,
ad essere sempre fedeli al Maestro e guide sagge e illuminate del popolo di Dio a
noi affidato. Anche a voi, per favore, chiedo di aiutarci: aiutarci ad essere buoni
pastori. Una volta ho letto una cosa bellissima di come il popolo di Dio aiuta i vescovi
e i sacerdoti ad essere buoni pastori. E’ uno scritto di San Cesario d'Arles, un padre
dei primi secoli della Chiesa. E lui spiegava come il popolo di Dio deve aiutare il
pastore e diceva questo esempio: quando il vitellino ha fame, va dalla mucca, dalla
madre, a prendere il latte; ma la mucca non lo dà subito: sembra che se lo trattenga
per se. E cosa fa il vitellino? Bussa col suo naso alla mammella della mucca, perché
venga il latte. E’ bella l’immagine! “Così voi – dice questo santo – dovete essere
con i pastori: bussare sempre alla loro porta, al loro cuore, perché vi diano il latte
della dottrina, il latte della grazia e il latte della guida”. E vi chiedo, per favore,
di importunare i pastori, disturbare i pastori, a tutti noi pastori, perché noi diamo
a voi il latte della grazia, della dottrina e della guida. Importunare! Pensate a
quella bella immagine del vitellino, come importuna la mamma perché gli dia da mangiare.
Ad imitazione di Gesù, ogni Pastore «a volte si porrà davanti per indicare la strada
e sostenere la speranza del popolo, il pastore deve essere avanti a volte, altre volte
starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza semplice e misericordiosa,
e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono
rimasti indietro» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 31). Che tutti i Pastori siano così!
Ma voi importunate i pastori, perché ci diano la guida della dottrina e della grazia.
In questa domenica ricorre la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
Nel Messaggio di quest’anno ho ricordato che «ogni vocazione richiede in ogni caso
un esodo da sé stessi per centrare la propria esistenza su Cristo e sul suo Vangelo»
(n. 2). Per questo la chiamata a seguire Gesù è nello stesso tempo entusiasmante e
impegnativa. Perché si realizzi è necessario sempre entrare in profonda amicizia con
il Signore per poter vivere di Lui e per Lui.
Preghiamo perché anche in questo
tempo, tanti giovani sentano la voce del Signore che ha sempre il rischio di venire
come soffocata da tante altre voci. Preghiamo per i giovani, forse qui in Piazza c’è
qualcuno che sente questa voce del Signore che lo chiama al sacerdozio: preghiamo
per lui se è qui, e per tutti i giovani che sono così.