2014-05-10 16:09:32

Salone del Libro. Interventi dei cardinali Parolin, Ravasi e di padre Spadaro


“Le parole del Papa”. E’ il tema dell’incontro tenutosi stamani al Salone del Libro di Torino nel quale sono intervenuti il cardinale Pietro Parolin e il cardinale Gianfranco Ravasi. Dopo la tavola rotonda – moderata dal direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro – il segretario di Stato Vaticano ha risposto alle domande di giornalisti presenti, tra i quali il nostro inviato a Torino, Mario Galgano. Interpellato sulle vicende di corruzione di questi ultimi giorni, il cardinale Parolin ha detto che si tratta di un fenomeno che fa parte del male del mondo, c'è sempre il pericolo che risorga e dunque non bisogna mai abbassare la guardia. Sugli obiettivi delle riforme avviate da Papa Francesco ha così risposto:RealAudioMP3

R. – Questo è lo scopo delle riforme che il Papa sta portando avanti a livello di Curia Romana: rendere una Curia uno strumento sempre più efficace del suo ministero, a favore di tutta la Chiesa. Quindi queste riforme vanno direttamente a beneficio della Chiesa, ma sicuramente hanno anche questa dimensione più ampia – diciamo – di modello e di esempio, soprattutto nel senso del servizio: vivere l’autorità e il potere – anche questa parole che fa un po’ tremare – e viverlo come un servizio agli altri.

D. – L’interesse che la gente ha per il Papa, ma anche per i libri religiosi…

R. – Dobbiamo essere attenti a queste domande della gente. Anche la diplomazia, pur utilizzando i suoi metodi tradizionali, deve essere aperta a queste nuove esigenze che – direi – il Papa ha svegliato nelle coscienze. Soprattutto nel senso di ridare speranza agli uomini di oggi. Di fronte ai tanti conflitti che ci sono, ai tanti contrasti che ci sono, dare speranza: è possibile trovare un punto di accordo.

D. – La Terra Santa…

R. – Speriamo che il viaggio del Papa, anche se non ha evidentemente una connotazione direttamente politica, possa avere delle ricadute benefiche a livello politico. Soprattutto noi speriamo nel senso di una ripresa decisa dei negoziati tra palestinesi ed israeliani e una rimessa in attenzione del tema della Siria, perché l’impressione è un po’ che questo conflitto rischia di finire nel dimenticatoio, come tanti altri conflitti congelati e dimenticati. Quindi riprendere i negoziati, sapendo che una soluzione militare non è possibile e non poterà a nulla.

Sul messaggio che viene da questa edizione del Salone del Libro di Torino, ascoltiamo il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, intervistato da Mario Galgano:RealAudioMP3

R. - Il messaggio potrebbe avere quasi due volti: da un lato invitare alla lettura dei testi, perché la lettura, come recita più o meno la frase di uno scrittore francese, Il tempo d’amare allunga il tempo di vivere. Questo è vero, perché la fantasia fa sì che la cronologia non sia più quella materiale, ma sia quella ormai interiore, spirituale. Il secondo volto è rivolto anche ai tanti autori che sono qui, perché si ricordino che le pagine scritte sono sempre delle pagine viventi, e quindi possono influire nel bene e nel male nella storia di un popolo.

Questa domenica, alle 11.00, nell’ambito del Convegno sul tema "La rivoluzione di Francesco nella comunicazione globale", verrà presentato il libro "La verità è un incontro. Omelie da Santa Marta". Il libro, edito dalla Rizzoli, raccoglie i servizi realizzati dalla nostra emittente sulle omelie mattutine di Papa Francesco. Partecipano, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, il filosofo Giovanni Reale, il critico televisivo Aldo Grasso e il direttore di "Civiltà Cattolica" padre Antonio Spadaro, curatore dell’opera. Mario Galgano ha chiesto a padre Spadaro cosa proponga il padiglione della Santa Sede a Torino:RealAudioMP3

R. – Diciamo che in questo momento un padiglione come questo della Santa Sede sta a significare un bisogno profondo di spiritualità, che si esprime attraverso la produzione libraria. Le librerie oggi sono una sorta di tempio laico – potremmo dire – dove attraverso la cultura è possibile leggere un desiderio profondo di spiritualità che l’uomo vive. In modo particolare la letteratura religiosa, i libri che parlando di spiritualità oggi sono molto venduti. Il fatto che ci sia questo successo di vendite significa che c’è un bisogno di ricerca, c’è una domanda molto forte. Quindi, secondo me, il Padiglione della Santa Sede, all’interno del Salone del Libro di Torino, significa l’esplicitazione di questo bisogno, di questo desiderio di spiritualità.

D. – L’effetto Francesco si sente e anche quello è un fattore da non sottovalutare?

R. – Certamente, nel senso che Papa Francesco è diventato una sorta di catalizzatore dei bisogni di spiritualità che oggi l’uomo avverte: l’uomo si scopre - alla luce delle parole di Francesco, ascoltando le parole di Francesco - desideroso di ascoltarle. Le parole di Francesco sono molto semplici, perché esprimono il Vangelo; sono una testimonianza anzi – si può dire – del Vangelo. Il fatto che il Papa esprima queste parole oggi, che siano ascoltate così tanto e si traducano anche in libri, in letture, significa che questo bisogno è molto presente. Quindi non parlerei di Effetto Francesco, quanto piuttosto di capacità del Papa di convogliare, di esprimere un desiderio di spiritualità presente fortemente nella società di oggi.

D. – Qual è, per concludere, la situazione attuale dell’editoria in Italia, come si inserisce: c’è crisi economica e se ne risente oppure proprio per il fatto che ci sia questo interesse nell’ambito della spiritualità non se ne risente?

R. – No! Certamente possiamo parlare di crisi, evidentemente, del mercato librario e se vogliamo di quello più tradizionale. E’ un momento anche di passaggio, in cui delle scelte – anche di tipo economico – si rivelano importanti. Quindi le strategie editoriali sono assolutamente importanti. Dico anche che siamo in un momento in cui pubblicare significa qualcosa di diverso rispetto al passato. Certamente ci sono i libri, certamente ci sono le riviste, ma vediamo che sempre di più anche contenuti di grande valore passano attraverso i media digitali: gli stessi libri si smaterializzano e diventano libri digitali. Allora è un momento in cui il mercato è un po’ ibrido, è un po’ complesso e certamente le strategie non sono facili da individuare, però direi che proprio nei momenti di crisi probabilmente è possibile essere più creativi. E, secondo me, questo è un momento molto buono per essere creativi. Noi con La Civiltà Cattolica, che in fondo è una rivista, stiamo cercando di fare questo, spendendoci un po’ su tutti e due gli ambiti - l’ambito del digitale, l’ambito del cartaceo – e vediamo anche gli effetti positivi di queste scelte.








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