Salone del Libro. Interventi dei cardinali Parolin, Ravasi e di padre Spadaro
“Le parole del Papa”. E’ il tema dell’incontro tenutosi stamani al Salone del
Libro di Torino nel quale sono intervenuti il cardinale Pietro Parolin e il
cardinale Gianfranco Ravasi. Dopo la tavola rotonda – moderata dal direttore di Civiltà
Cattolica, padre Antonio Spadaro – il segretario di Stato Vaticano ha risposto alle
domande di giornalisti presenti, tra i quali il nostro inviato a Torino, Mario
Galgano. Interpellato sulle vicende di corruzione di questi ultimi giorni, ilcardinale Parolin ha detto che si tratta di un fenomeno che fa parte del male
del mondo, c'è sempre il pericolo che risorga e dunque non bisogna mai abbassare la
guardia. Sugli obiettivi delle riforme avviate da Papa Francesco ha così risposto:
R. – Questo
è lo scopo delle riforme che il Papa sta portando avanti a livello di Curia Romana:
rendere una Curia uno strumento sempre più efficace del suo ministero, a favore di
tutta la Chiesa. Quindi queste riforme vanno direttamente a beneficio della Chiesa,
ma sicuramente hanno anche questa dimensione più ampia – diciamo – di modello e di
esempio, soprattutto nel senso del servizio: vivere l’autorità e il potere – anche
questa parole che fa un po’ tremare – e viverlo come un servizio agli altri.
D.
– L’interesse che la gente ha per il Papa, ma anche per i libri religiosi…
R.
– Dobbiamo essere attenti a queste domande della gente. Anche la diplomazia, pur utilizzando
i suoi metodi tradizionali, deve essere aperta a queste nuove esigenze che – direi
– il Papa ha svegliato nelle coscienze. Soprattutto nel senso di ridare speranza agli
uomini di oggi. Di fronte ai tanti conflitti che ci sono, ai tanti contrasti che ci
sono, dare speranza: è possibile trovare un punto di accordo.
D. – La Terra
Santa…
R. – Speriamo che il viaggio del Papa, anche se non ha evidentemente
una connotazione direttamente politica, possa avere delle ricadute benefiche a livello
politico. Soprattutto noi speriamo nel senso di una ripresa decisa dei negoziati tra
palestinesi ed israeliani e una rimessa in attenzione del tema della Siria, perché
l’impressione è un po’ che questo conflitto rischia di finire nel dimenticatoio, come
tanti altri conflitti congelati e dimenticati. Quindi riprendere i negoziati, sapendo
che una soluzione militare non è possibile e non poterà a nulla.
Sul messaggio
che viene da questa edizione del Salone del Libro di Torino, ascoltiamo il cardinale
Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, intervistato
da Mario Galgano:
R. - Il messaggio
potrebbe avere quasi due volti: da un lato invitare alla lettura dei testi, perché
la lettura, come recita più o meno la frase di uno scrittore francese, Il tempo d’amare
allunga il tempo di vivere. Questo è vero, perché la fantasia fa sì che la cronologia
non sia più quella materiale, ma sia quella ormai interiore, spirituale. Il secondo
volto è rivolto anche ai tanti autori che sono qui, perché si ricordino che le pagine
scritte sono sempre delle pagine viventi, e quindi possono influire nel bene e nel
male nella storia di un popolo.
Questa domenica, alle 11.00, nell’ambito del
Convegno sul tema "La rivoluzione di Francesco nella comunicazione globale", verrà
presentato il libro "La verità è un incontro. Omelie da Santa Marta". Il libro, edito
dalla Rizzoli, raccoglie i servizi realizzati dalla nostra emittente sulle omelie
mattutine di Papa Francesco. Partecipano, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio
de Bortoli, il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, il filosofo
Giovanni Reale, il critico televisivo Aldo Grasso e il direttore di "Civiltà Cattolica"
padre Antonio Spadaro, curatore dell’opera. Mario Galgano ha chiesto a padre
Spadaro cosa proponga il padiglione della Santa Sede a Torino:
R. – Diciamo
che in questo momento un padiglione come questo della Santa Sede sta a significare
un bisogno profondo di spiritualità, che si esprime attraverso la produzione libraria.
Le librerie oggi sono una sorta di tempio laico – potremmo dire – dove attraverso
la cultura è possibile leggere un desiderio profondo di spiritualità che l’uomo vive.
In modo particolare la letteratura religiosa, i libri che parlando di spiritualità
oggi sono molto venduti. Il fatto che ci sia questo successo di vendite significa
che c’è un bisogno di ricerca, c’è una domanda molto forte. Quindi, secondo me, il
Padiglione della Santa Sede, all’interno del Salone del Libro di Torino, significa
l’esplicitazione di questo bisogno, di questo desiderio di spiritualità.
D.
– L’effetto Francesco si sente e anche quello è un fattore da non sottovalutare?
R.
– Certamente, nel senso che Papa Francesco è diventato una sorta di catalizzatore
dei bisogni di spiritualità che oggi l’uomo avverte: l’uomo si scopre - alla luce
delle parole di Francesco, ascoltando le parole di Francesco - desideroso di ascoltarle.
Le parole di Francesco sono molto semplici, perché esprimono il Vangelo; sono una
testimonianza anzi – si può dire – del Vangelo. Il fatto che il Papa esprima queste
parole oggi, che siano ascoltate così tanto e si traducano anche in libri, in letture,
significa che questo bisogno è molto presente. Quindi non parlerei di Effetto Francesco,
quanto piuttosto di capacità del Papa di convogliare, di esprimere un desiderio di
spiritualità presente fortemente nella società di oggi.
D. – Qual è, per concludere,
la situazione attuale dell’editoria in Italia, come si inserisce: c’è crisi economica
e se ne risente oppure proprio per il fatto che ci sia questo interesse nell’ambito
della spiritualità non se ne risente?
R. – No! Certamente possiamo parlare
di crisi, evidentemente, del mercato librario e se vogliamo di quello più tradizionale.
E’ un momento anche di passaggio, in cui delle scelte – anche di tipo economico –
si rivelano importanti. Quindi le strategie editoriali sono assolutamente importanti.
Dico anche che siamo in un momento in cui pubblicare significa qualcosa di diverso
rispetto al passato. Certamente ci sono i libri, certamente ci sono le riviste, ma
vediamo che sempre di più anche contenuti di grande valore passano attraverso i media
digitali: gli stessi libri si smaterializzano e diventano libri digitali. Allora è
un momento in cui il mercato è un po’ ibrido, è un po’ complesso e certamente le strategie
non sono facili da individuare, però direi che proprio nei momenti di crisi probabilmente
è possibile essere più creativi. E, secondo me, questo è un momento molto buono per
essere creativi. Noi con La Civiltà Cattolica, che in fondo è una rivista, stiamo
cercando di fare questo, spendendoci un po’ su tutti e due gli ambiti - l’ambito del
digitale, l’ambito del cartaceo – e vediamo anche gli effetti positivi di queste scelte.