Terra Santa: processione di Nostra Signora del Carmelo dopo gli attacchi ai cristiani
Si svolgerà nel pomeriggio di domenica 11 maggio la tradizionale processione in onore
di Nostra Signora del Monte Carmelo, popolarmente chiamata Taalat al-Adra, la Salita
della Vergine. Lungo il percorso di due chilometri e mezzo, che si snoda dalla parrocchia
latina di Haifa fino al monastero carmelitano Stella Maris, preceduti da squadre di
scout provenienti da tutto il Paese, fedeli di tutti i riti cammineranno recitando
preghiere e cantando inni alla Madonna, seguendo il patriarca latino di Gerusalemme
Fouad Twal. Ma quest'anno - riferisce l'agenzia Fides - l'atto pubblico di devozione
alla Vergine Maria avrà una connotazione particolare, a causa delle minacce e degli
attacchi a chiese e figure cristiane che in queste ultime settimane si sono intensificati
anche in Galilea.
"Alla fine di aprile - ricorda alla Fides il carmelitano
padre Mikhael Abdo Abdo, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in
Terra Santa e organizzatore della processione – ci sono stati atti di vandalismo e
intimidazioni contro i cristiani. Il vescovo Giacinto Boulos Marcuzzo ha ricevuto
una lettera minatoria firmata da un rabbino della regione, in cui ai cristiani, definiti
‘idolatri’ e ‘stranieri’ veniva intimato di lasciare il Paese entro i primi giorni
di maggio, minacciando stragi e violenze”.
Gli attacchi di fine aprile si
inquadrano nella campagna intimidatoria contro cristiani e musulmani in atto dal febbraio
2012 ad opera di frange oltranziste del movimento dei Coloni ebrei. “Tra l'altro -
fa notare padre Abdo - nella lettera il rabbino specificava che i protestanti e gli
anglicani possono rimanere. Segno che c'è una strategia per dividere tra loro i cristiani
e, più in generale, gli arabi. E' la stessa strategia che si ritrova nelle pressioni
operate da ambienti politici per estendere il servizio militare obbligatorio ai cristiani
arabi presenti in Israele”.
I recenti fatti di violenza e intimidazione saranno
al centro di una conferenza stampa organizzata a Haifa prima dell’inizio della processione,
che vedrà la partecipazione del patriarca Twal. La “salita della Vergine” è un gesto
di devozione popolare che ha profonde radici nel vissuto dei cristiani di Terra Santa.
“Ai tempi della Prima Guerra mondiale - spiega a Fides padre Abdo - i turchi avevano
dato ai padri carmelitani tre ore di tempo per lasciare il monastero sul Monte Carmelo.
Loro erano andati via portando con sè solo qualche documento d'archivio e la statua
della Madonna.
Dopo la guerra, nel 1919, ci fu la prima processione per riportare
la statua della Vergine al monastero, che fu vissuta anche come atto di ringraziamento.
Negli ultimi anni alla processione erano presenti più di 20mila persone, compresi
ebrei e musulmani. In passato la moltitudine dei devoti era anche più numerosa, ma
ora i blocchi e i limiti messi alla libertà di movimento rendono impossibile la partecipazione
di quelli che venivano dal Libano e dai territori palestinesi”. (R.P.)