Salone del Libro di Torino: confronto internazionale sull'editoria religiosa
Il mercato del libro religioso in Italia conta 13,5 milioni di copie vendute e un
fatturato attorno a 96 milioni di euro. Nei primi dodici mesi di pontificato di Papa
Francesco sono stati pubblicati nel nostro Paese 111 titoli da lui scritti e 139 a
lui dedicati, per un totale di 250 volumi in un anno, che fanno parlare di un vero
“caso-Francesco”. Lo scorso anno 954 editori, dei quali 650 laici, hanno pubblicato
almeno un titolo di argomento religioso, per un totale di 5mila titoli, pari a quasi
il 10 per cento della produzione globale di libri in Italia. Sono alcuni dei dati
presentati nel corso del Confronto internazionale sull’Editoria religiosa, che si
è svolto questa mattina presso il Salone del Libro di Torino, su iniziativa della
Libreria Editrice Vaticana e dell’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (Uelci),
in una sala limitrofa allo stand della Santa Sede.
I lavori sono stati moderati
da Giuliano Vigini, saggista e studioso di letteratura religiosa, docente di Sociologia
dell’editoria contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano, il quale ha subito
evidenziato che “l’editoria d’ispirazione religiosa rappresenta una parte cospicua
dell’editoria mondiale, sia in termini di produzione che di fatturato” e come negli
ultimi anni sia “andato crescendo in tutto il mondo l’interesse per l’opera di Benedetto
XVI e oggi quello per Papa Francesco, con fenomeni di produzione e vendita paragonabili
a un vero e proprio tsunami editoriale, che ha molto contribuito a risollevare le
sorti di non poche case editrici”. Quattro diverse relazioni hanno quindi illustrato
la situazione dell’editoria religiosa in diversi Paesi: Italia, Stati Uniti, Germania
e Portogallo. La condizione dell’Italia è stata illustrata da Giovanni Cappelletto,
presidente del Centro Ambrosiano e dell’Uelci, secondo il quale “il libro religioso
si scrolla di dosso quella definizione ‘di nicchia’ che lo ha sempre accompagnato
nel corso del tempo, ricavandosi uno spazio grazie al diffondersi dell’interesse sulle
tematiche trattate all’interno di una società sempre più secolarizzata”. “La presenza
degli editori laici – ha aggiunto – si è ormai diffusa in tutti i settori religiosi”,
e l’incremento di titoli religiosi nella produzione degli editori di varia “è passato
dall’1,5% della produzione del mercato nel 2009 al 4,5% nel 2012, con previsioni di
crescita che potrebbero raggiungere il 7/8% nel giro di qualche anno”.
Negli
Stati Uniti, ha sostenuto Gregory Erlandson, presidente ed editore di Our Sunday Visitor,
quello cattolico “è un mercato difficile, perché è frammentato a causa di divisioni
demografiche, politiche e culturali, e l’impatto di queste divisioni mostra come l’editoria
cattolica debba rivolgersi a un pubblico estremamente ampio e indifferenziato”. Si
mantiene vivo l’interesse per la tradizione cattolica (devozioni, vite dei santi,
Catechismo, ecc.), ma al contempo l’“effetto Francesco” determina un ritorno di attenzione
per i temi della giustizia sociale. In Germania, informa Albrecht Weiland, presidente
e direttore della casa editrice “Verlag Schnell und Steiner GmbH” di Regensburg, “il
5,9 per cento della produzione totale, equivalente a circa 5mila titoli, riguarda
il settore della religione”, in quanto “i lettori (credenti e non) mostrano uno spiccato
interesse nei confronti di testi sulle religioni. Henrique Mota, presidente dell’Editrice
Principia, si è soffermato infine sullo stato dell’editoria religiosa in Portogallo,
dove quelli religiosi “costituiscono il 2,6 per cento del totale dei libri pubblicati
nel Paese”. (A cura di Luca Caruso)