Presentato progetto su ricerca e innovazione per far ripartire l'Italia e dare futuro
ai giovani
Partire dalla ricerca per favorire una crescita economica dell’Italia ed aiutare i
giovani a costruirsi un futuro dignitoso. Questo tra gli obiettivi dell’iniziativa
“Scienza, Sviluppo e Occupazione. Verso una Biennale italiana della ricerca e dell'innovazione",
promossa dalla SIPS-Società italiana per il progresso delle scienze in collaborazione
con l'Accademia Nazionale dei Lincei ed il MIUR, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca. Il progetto, presentato a Roma presso l’Accademia nazionale dei Lincei
ha visto la presenza del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Il servizio
di Marina Tomarro:
Arrivare al
2020 con un milione di ricercatori universitari. Questo è l’obiettivo della Strategia
Europa 2020 promossa dall’Unione Europea. Ma l’Italia per la situazione dei ricercatori
è agli ultimi posti tra i Paesi del vecchio continente. Infatti, tra i giovani solo
lo 0,1% decide di dedicarsi alla ricerca negli atenei. Stipendi quasi inesistenti,
carriere che non decollano, scoraggiano gli studenti a proseguire nei dottorati. Ma
come incoraggiare questo campo? Ascoltiamo il commento del ministro Stefania Giannini:
R.
– Io credo parlandone e dicendo: “Tu vuoi fare il ricercatore? Ti piacerebbe? Se sì,
perché?”. Creare cioè un dibattito continuo e anche più approfondito. Uno. L’altro,
invece, è un obiettivo forse un po’ più alto, secondo me: di rendere la carriera del
ricercatore non un calvario che porta a questo binomio “paupertas” e “scientia”, ma
che possa fare una vita dignitosa, altrimenti hai solo la dimensione passionaria,
che va bene fino ad un certo punto, ma non diventa conoscenza diffusa.
Una
delle soluzioni proposte dal ministro è quello di un accorpamento degli Enti in base
alle differenti tematiche, dove si andrebbe a coinvolgere il mondo dell’università,
delle varie discipline e delle imprese. Ascoltiamo ancora il ministro Giannini:
R.
– Si andrà sempre più, credo, motivatamente, a livello europeo, verso la creazione
di queste aggregazioni, che sono infrastrutturali e che significano masse critiche
su temi strategici. Allora, in una dimensione europea, non è che ogni Paese debba
avere la sua agenzia, ma bisogna creare, dare contributo vitale allo sviluppo di nodi
infrastrutturali, che si occupino di ambiente, si occupino di sincrotroni, si occupino
di biologia marina. E allora per fare questo è molto più utile avere dei filoni razionali
tematicamente orientati.
E un punto di partenza potrebbe essere rappresentato
proprio dalla Biennale della ricerca. Ma di cosa si tratta? Mario Alì, direttore
generale per l’internazionalizzazione della ricerca del MIUR:
R. – Abbiamo
detto Biennale della Ricerca per tentare di creare un link tra tutti gli attori della
ricerca, pubblici e privati, perché le sfide dell’Europa si vincono se ricercatori,
università, imprese, fondazioni e regioni si mettono insieme a lavorare su grandi
progetti di ricerca. La rete deve essere attivata, secondo me, attraverso delle road-map
tematiche importanti, che facciano il punto dei nostri punti di forza sul sistema-Paese”.
E
quindi la ricerca diventa anche un volano per superare la crisi e aiutare i giovani
a costruire il proprio futuro. Ascoltiamo ancora Mario Alì:
R. – Esiste ormai
un teorema che parte dalla ricerca, dall’alta formazione, passa attraverso l’innovazione,
passa attraverso lo sviluppo, la crescita e quindi l’occupazione. Ossia: ricerca uguale
occupazione. Che cosa è avvenuto nel nostro Paese? Non si è puntato, negli ultimi
20 anni, su questa crescita di tipo qualitativo e non c’è stata occupazione! Bisognerebbe
che il tema della ricerca e della crescita qualitativa diventi come la sicurezza di
un Paese, un tema centrale per il governo che deve capire che la crescita di un Paese
avviene soltanto facendo crescere la consapevolezza nei propri giovani della qualità”.