2014-05-08 15:01:21

Vaticano, Convegno internazionale sul lavoro. Quadrio Curzio: riscoprire l'economia reale


Il lavoro come momento creativo, anche ai tempi della crisi. È questa una delle chiavi di lettura che verranno proposte, da oggi al 10 maggio, presso l’Aula nuova del Sinodo in Vaticano, al Convegno internazionale organizzato dalla Fondazione Centesimus Annus sul tema “Società buona e futuro del lavoro: possono la solidarietà e la fraternità far parte delle decisioni riguardanti il mondo degli affari?”. Dunque, ripartire dai valori per far ripartire l'economia. Gianmichele Laino ne ha parlato con il prof. Alberto Quadrio Curzio, vice-presidente dell’Accademia dei Lincei, presente alla sessione inaugurale: RealAudioMP3

R. – Innanzitutto, partire dai valori significa avere un senso di direzione di significato del proprio operare, al quale si deve tendere senza la possibilità ovvia di realizzare immediatamente gli obiettivi stessi.

D. – Il mondo del lavoro è investito da disuguaglianze, non solo ormai tra Paesi sviluppati e Paesi sottosviluppati, ma all’interno degli stessi Paesi sviluppati. In un contesto del genere, la solidarietà tra le classi sociali non rappresenta una vera e propria sfida impossibile?

R. – In termini di solidarietà tra ceti e classi, certamente è una sfida di difficile soluzione, ma dobbiamo tener conto che una buona democrazia si articola su diverse filiere: la filiera delle istituzioni, intendo dire per esempio le politiche dell’istruzione, le politiche dell’apprendistato, le politiche dei percorsi di formazione lavoro. Una volta che le istituzioni impostano queste politiche bisogna che le stesse si traducano nei fatti e la traduzione nei fatti dipende dalla società e dipende dall’economia. E qui ci sono diversi soggetti operanti: nella società le forme associative e nell’economia le forme economiche, che sono poi le imprese. Quindi sono delle tipologie organizzate, ciascuna delle quali può dare il proprio contributo per realizzare degli obiettivi, ciascuna delle quali presa a sé stante, senza comunicazione con le altre, non riuscirà a conseguire alcun risultato.

D. – Papa Francesco, a proposito del denaro, parla di tirannia invisibile e di mercato divinizzato. Come si fa ad uscire da questa spirale?

R. – E’ difficile dare una risposta univoca, fermo restando che l’istanza è fondamentale. Tuttavia una risposta “tentativa” io la darei nella riscoperta di quella che gli economisti chiamano l’economia reale, cioè l’economia della costruzione. E’ un bene comune, tradotto in attività economiche, che possono essere la realizzazione delle infrastrutture compatibili con l’ambiente, la realizzazione di tipologie di produzione energetica compatibili con l’ambiente, la conservazione del territorio, una migliore distribuzione dell’attività economica su scala nazionale ed internazionale. Opere, insomma, non monetarizzate, ma concretamente realizzate.

D. – Oggi il problema principale che investe il mondo del lavoro è il precariato, che non offre certezze. Non si tratta di un limite oggettivo, che rende fragili gli equilibri sociali?

R. – Dipende dai Paesi. Ciò che importa è che il precariato non diventi uno stato normale, ma che sia trasformato in momenti di passaggio da un lavoro ad un altro. Il passaggio da un lavoro all’altro è il punto cruciale per evitare il precariato.

D. – Quali proposte verranno discusse in questi tre giorni di Convegno, per creare reali possibilità di occupazione?

R. – Io mi auguro che si riesca a dimensionare il sistema delle proposte in quella collaborazione tra le istituzioni, la società e l’economia, senza la cui collaborazione è molto difficile rilanciare un’occupazione durevole e anche una occupazione combinata con il lavoro, quale momento creativo della persona.







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