Simposio in Vaticano. Mons. Sorondo: sensibilizzare opinione pubblica ai cambiamenti
climatici
Sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica allo sviluppo sostenibile: è l’esortazione
emersa dal Convegno organizzato in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze.
Scienziati provenienti da prestigiose università internazionali hanno sottolineato
i rischi del crescente surriscaldamento terrestre. A concludere i lavori del simposio,
questo martedì, il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, mons.
Marcelo Sánchez Sorondo. Elvira Ragosta lo ha intervistato:
R. - C’è un
cambiamento climatico che dipende dall’attività umana. Questa è una cosa che molti
non vogliono accettare. L’Accademia delle Scienze ha studiato questi problemi, con
un’equipe molto buona, composta da tre premi Nobel: Crutzen, Molina e Ramanathan.
A questa loro posizione hanno pian piano aderito i fisici, i biologi e alla fine gli
economisti. Ormai quindi si può dire che sia una opinione condivisa. Il problema più
serio è che le conseguenze di questo cambiamento climatico, che è il riscaldamento,
sono sofferte da tre miliardi di uomini, praticamente la metà dell’umanità, che non
ha il petrolio e che non gode nemmeno dei vantaggi che dà il petrolio.
D. -
Per lo sfruttamento della natura di poche persone, il tasso d’interesse lo pagano
poi gli altri…
R. - Lo paga la maggioranza. Quei pochi ricchi si difendono
e non invece quelli davvero poveri.
D. - Come si sensibilizza l’umanità nella
salvaguardia del Creato?
R. - La prima cosa è che l’umanità sia consapevole
del problema. Il grande sforzo, quindi - e a questo serve anche il Meeting - è che
l’opinione pubblica capisca. Naturalmente l’opinione pubblica ha tanti problemi -
il problema economico, quello della mancanza di lavoro e così via - e non vede i problemi
di fondo, avendone di più immediati. Che la gente, però, grazie ai media capisca che
questo è realmente un problema fondamentale, visto che vi si gioca il futuro della
nostra solidarietà con le generazioni future. E la gente comincia a percepirlo, essendo
la prima naturalmente a soffrire di questi cambiamenti climatici.
D. - Si
parla di una possibile Enciclica sull’argomento della salvaguardia del Creato...
R.
- Beh, io ho sentito il dialogo che ha avuto il Papa con i due organizzatori. Uno
gli ha detto che il problema era serio - molto semplicemente - e che i più poveri
del mondo ne soffrivano le conseguenze. L’altro gli ha detto che oggi non si poteva
avere una soluzione a questo senza un’unione dell’umanesimo con le scienze della natura.
Il Papa naturalmente ne era del tutto consapevole, gli ha detto che avrebbe pregato,
essendo appunto consapevole del problema. Ancora veramente non c’è nulla di ufficiale.
Forse la farà, essendo quello del Creato un tema fondamentale.