Ok del Senato alla fiducia sul dl lavoro. Alta la tensione in aula
In un clima di forte tensione in aula, il Governo ha incassato la fiducia del Senato
sul decreto legge lavoro. I sì sono stati 158, i no 122, nessun astenuto. Il testo
torna ora alla Camera in terza lettura. Intanto a Palazzo Madama approda il testo
base del Governo sulle riforme istituzionali. Servizio di Giampiero Guadagni:
L’ottava
fiducia al governo Renzi arriva sulla riforma del lavoro. Il testo approvato è il
maxi-emendamento che contiene le modiche apportate in commissione. Sostanzialmente,
viene ridefinita la disciplina sui contratti a termini superando i vincoli della motivazione
per le proroghe che potranno essere fino a cinque e viene posto un tetto del 20% nel
numero di questi contratti sul totale dei dipendenti di un’azienda. Prima del voto
in Aula protesta dei senatori 5 Stelle, che hanno indossato magliette con la scritta
“Schiavi mai” e si sono incatenati fra loro. E se sul lavoro la polemica resta alta,
sulle riforme istituzionali è tregua armata. Nella tarda serata di martedì il Governo
ha ottenuto anche con i voti di Forza Italia e Lega il via libera all’adozione come
testo base del proprio ddl su riforma del Senato e del Titolo V, che regola le competenze
tra Stato e Regioni. Un risultato salutato con soddisfazione dal premier Renzi. Ma
Berlusconi oggi spiega: abbiamo detto sì per non fare saltare l'accordo ma il testo
va cambiato. Insomma il cammino in aula al Senato è in salita. Tra l'altro, è stato
approvato anche un ordine del giorno del senatore leghista Calderoli che a giudizio
di molti costituzionalisti apre la strada alla trasformazione dell'Italia in Stato
federale.