Siria. Fazioni rivali di ribelli in lotta nell'est. Mons. Zenari: migliaia di persone
in fuga
In Siria. Almeno 30 soldati lealisti sono morti per un’esplosione provocata dai ribelli
in un tunnel che avevano scavato sotto il loro posto di blocco. Lo ha detto l'ong
Osservatorio nazionale per i diritti umani. L’Unicef intanto lancia un appello per
fermare le violenze nei confronti dei bambini. Migliaia le persone in fuga ogni giorno.
Il Libano definisce intollerabile la situazione, dopo l’arrivo di oltre un milione
di profughi siriani. “La Siria vive da tre anni un tempo di passione”, commenta mons.
Mario Zenari nunzio apostolico a Damasco. Paolo Ondarza lo ha intervistato
R. – Da
tre anni, si vive il tempo di passione e soprattutto in questo momento, nell’est della
Siria, a causa anche di scontri tra fazioni ribelli in lotta tra loro, diverse migliaia
di siriani sono in fuga: quindi, ogni giorno sfollati, ogni giorno rifugiati… Qualche
settimana fa, le cinque agenzie umanitarie delle Nazioni Unite hanno rivolto un appello
dicendo che quanto avevano chiesto circa un anno fa alle parti in conflitto, cioè
di permettere l’accesso agli aiuti umanitari, è stato largamente disatteso e queste
cinque agenzie umanitarie parlano dell’aggravarsi della situazione umanitaria giorno
per giorno. Ancora qualche giorno fa, le Nazioni Unite sono tornate a scuotere la
coscienza della comunità internazionale, dicendo che non fa abbastanza, soprattutto
per i milioni di profughi rifugiati nei Paesi vicini.
D. – Molto clamore hanno
suscitato le immagini dei giorni scorsi provenienti da Rakka, di esecuzioni barbare…
R.
– La regione è inaccessibile, praticamente. E’ difficile averne notizie. Quindi, non
posso fare affermazioni su quanto è successo riguardo alle foto che sono circolate.
Posso solo dire, questo sì, con certezza, che tutti i cristiani sono partiti da quella
regione alcuni mesi fa. Forse, ne è rimasto qualcuno… Quindi, non si sa chi siano
quelle persone messe lì, in croce… Questa mattina leggevo su Internet – ma non so
che attendibilità abbia – di attivisti di quella zona che hanno rivolto un gentile
appello al Santo Padre, una gentile precisazione dicendo: “Santità, quelle due persone
crocifisse nelle foto non sono cristiani, ma sono parte di un gruppo islamico che
è nemico di un altro gruppo fondamentalista”. Non è possibile dire se sia credibile
questa precisazione inviata da questi cosiddetti attivisti di Rakka al Santo Padre.
Mentre invece posso confermare che quanto è circolato tempo fa, di cristiani crocifissi
a Maalula, è falso. Quindi, direi che bisogna stare anche un po’ attenti alla cosiddetta
“guerra mediatica”: bisogna andare molto cauti, verificare sempre la verità dei fatti.
D.
– Anche perché imprecisioni di questo tipo possono provocare conseguenze molto negative…
R.
– E’ chiaro. Possono urtare gli uni o gli altri… Direi che bisogna attenersi alla
verità dei fatti, non cadiamo in allarmismi che non hanno fondamento.