Rapporto sulla condizione nel mondo di mamme e bambini
Alla vigilia della Festa della mamma, Save the Children ha pubblicato il suo 15° rapporto
sullo Stato delle madri nel mondo. Analizzando le condizioni di donne e bambini in
176 paesi, l’Onlus per la tutela dei diritti dei minori evidenzia come il continente
africano si trovi a dover affrontare i problemi maggiori.
Gli ultimi dieci
posti, infatti, sono occupati da Somalia (fanalino di coda), Repubblica Democratica
del Congo, Niger, Mali, Costa d’Avorio, Ciad, Nigeria, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana
e Guinea Bissau. Si tratta degli Stati che hanno ottenuto i punteggi più bassi per
ognuno dei cinque indicatori su cui si è basato lo studio: salute materna e rischio
di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalità entro i 5 anni, grado
di istruzione, Pil procapite, partecipazione alla vita politica.
Nelle nazioni
in fondo alla classifica, in media 1 donna su 30 muore per cause legate alla gravidanza
o al parto, mentre nel mondo è di circa un milione il numero dei neonati che non superano
il primo giorno di vita. Le cause principali risiedono nella mancanza di servizi sanitari
di base e di assistenza alle donne prima, durante e dopo il parto.
Lo studio
di Save the Children mette in evidenza ancora una volta il forte divario tra le nazioni
industrializzate e quelle in via di sviluppo. La Finlandia guida la classifica per
le condizioni di mamme e bambini (l’Italia occupa l'11° posto), ma non mancano sorprese
anche tra gli altri Paesi occidentali. Si nota immediatamente, infatti, il preoccupante
30° posto occupato dagli Stati Uniti che, tra le nazioni a maggior grado di benessere,
ha il triste primato di mortalità neonatale (circa 11.000 bambini americani muoiono
nel primo giorno di vita).
Per riuscire a raggiungere gli obiettivi concordati
a livello internazionale e ridurre la mortalità materna e infantile nel mondo, Save
the Children chiede uno sforzo maggiore in termini di sviluppo di sistemi di cura
e un maggior finanziamento al capitolo sanità nei bilanci dei vari Stati. (G.L.)