2014-05-06 14:57:00

In Vaticano giuramento delle guardie svizzere alla presenza di mons. Becciu


La cerimonia si è svolta, come ogni anno, nel giorno in cui si ricorda il sacrificio di 147 soldati del Corpo, morti il 6 maggio del 1527 durante il “sacco di Roma”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Lo squillo di trombe, il rullo dei tamburi, le note di musiche e di inni, il susseguirsi di voci e di giuramenti solenni, hanno scandito, nel Cortile di San Damaso del Palazzo apostolico, questo tradizionale appuntamento. E’ il giorno in cui si ricorda l’eroica morte di 147 soldati alabardieri, che durante il “sacco di Roma” non hanno esitato a sacrificare la loro vita per difendere il Pontefice scrivendo un’indelebile pagina di storia. E’ il 6 maggio del 1527. I mercenari spagnoli sfondano la porta del Torrione. Mentre i lanzichenecchi invadono Borgo Santo Spirito, le guardie svizzere cercano disperatamente di resistere. Si salvano solo in 42, quelli che accompagnano Papa Clemente VII a Castel Sant’Angelo. Quel sacrificio - ha detto il comandante Daniel Anrig – incarna anche oggi lo spirito del servizio, di profonda lealtà, offerto al Santo Padre.

“Voi giurate di servire il Sommo Pontefice fedelmente, lealmente e di impegnare tutte le vostre forze per lui, anche a rischio della vita. …Non è il denaro, il divertimento, il consumismo, etc, che arricchiscono la vita, ma la dedizione, il sacrificio”.

Mons. Becciu ha esortato le nuove guardie svizzere ad affidarsi, nelle loro preghiere, ai Santi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Chiedete loro – ha detto il sostituto della Segreteria di Stato – di aiutarvi a svolgere nel modo migliore il vostro compito. Un impegno quotidiano – ha osservato il cappellano Markus Heinz - animato da valori imprescindibili:

“Care guardie, la seconda faccia della medaglia del vostro servizio - oltre il coraggio - è la fedeltà: essere pronti ad impegnarsi con tutti se stessi non solo nel caso estremo, ma anche nelle faccende quotidiane del servizio e della vita nel Corpo della Guardia. L’impegno che si svolge non alle luci della ribalta del pubblico non è meno eroico e non richiede meno forze. E’ fedele e forte chi sa resistere alle difficoltà e alle tentazioni, perseverare nel cercare di fare il bene e superare gli ostacoli”.

Solenne il momento del giuramento. Hanno giurato 30 nuove reclute, chiamate per nome, con la mano sinistra sulla bandiera della Guardia e la destra alzata con le tre dita aperte, quale simbolo della Trinità. La giornata si concluderà con la Messa, presieduta dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, nella Basilica di San Pietro e il concerto dell’orchestra “Schwyzer
Kantonale Jugend Blasorchester” nell’Aula Paolo VI.








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