Il card. Onayekan: la Nigeria sconvolta dal rapimento delle 200 studentesse
“Disgustoso e immorale” usare delle ragazze come “bottino di guerra”. La Gran Bretagna
– attraverso il suo ministro degli Esteri, William Hague – condanna con durezza il
rapimento delle oltre 200 studentesse avvenuto in Nigeria nei giorni scorsi, per mano
di Boko Haram, che ha minacciato di "vendere" le giovani sequestrate. La vicenda,
che sta suscitando crescente scalpore nel mondo, ha scosso e commosso anzitutto l’intera
Nigeria, come racconta al microfono di Emer McCarthy il cardinale arcivescovo
di Abuja, John Olorunfemi Onayekan:
R. - Che 300
ragazze possano sparire nel nostro Paese e che il governo e le forze dell’ordine dicano
di non poterle trovare è veramente imbarazzante. Sarebbe comprensibile se sapessero
dove siano e il problema fosse come liberarle senza mettere le ragazze in pericolo:
questo lo potremmo capire. Ma dire che neanche sanno dove siano, in un angolo della
Nigeria che è molto circoscritto, non si può capire. Secondo me, il governo dovrebbe
darsi da fare.
D. - In che modo la società sta affrontando il fenomeno Boko
Haram e questa minaccia? Perché sembrano essere sempre più forti e perché mirano all’educazione,
alle scuole, ai college e alle università?
R. - Il fenomeno di Boko Haram:
abbiamo visto le bombe e i massacri di persone innocenti… Per noi nigeriani è qualcosa
che non avremmo mai pensato potesse accadere. Ora però che abbiamo questa situazione
- tanto più che certamente questa gente ha anche collegamenti con reti terroristiche,
anche al di fuori del nostro Paese - dobbiamo trovare il mondo di affrontarli e specialmente
adesso con questo orribile crimine che hanno commesso… Tutto il Paese è commosso,
tutto il Paese! Tutti siamo commossi e ci siamo resi conto che sono pericolosi e quindi
non possiamo lasciarli continuare così. Il pericolo più grave, per me, è sapere in
che stato stiano queste ragazze. Che cosa stanno subendo? A quale tipo di abusi sono
state sottomesse? Nessuno lo sa! Perciò, questo colpisce e coinvolge anche tutte le
donne nigeriane che sono mamme… Questo non è il tempo di cominciare con la politica,
questo non è neanche il tempo di continuare con cristiani contro musulmani: si tratta
di persone, di giovani ragazze. La loro vita è in pericolo! Che cosa sta facendo il
governo? Onestamente non so... L’unica cosa che so è che non abbiamo visto risultati.
D. - Il rischio è che queste ragazze vengano coinvolte nel traffico di esseri
umani: quali sono le sue paure riguardo questa eventualità?
R. - Per quanto
riguarda i traffici degli esseri umani, molte persone vengono ingannate e attirate
al di fuori del proprio Paese come schiavi. Ma più grave ancora è il fatto che tanti
giovani, che non hanno alcuna speranza e alcuna visione di futuro nel proprio Paese,
intraprendano dei viaggi pericolosissimi per uscire dal loro Paese, cercando di arrivare
in Europa dove pensano che la vita possa migliore per loro. Questa gente si mette
a disposizione dei trafficanti: ciascuno di loro ha pagato tanti soldi - duemila dollari,
tremila dollari - per mettersi in quella condizione. E’ molto, molto, molto triste.