Non Solo Sport: notte stabile per il giovane tifoso napoletano Ciro
Esposito, ricoverato al policlinico Gemelli di Roma, dopo gli scontri avvenuti in
occasione della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, sabato scorso, nei
pressi dello stadio Olimpico a Roma. Le condizioni del giovane restano tuttavia critiche.
Per la sparatoria è stato arrestato dalla polizia un ultrà della Roma. "Credo che
ci siano alcuni elementi che vanno a comporre una miscela esplosiva. Un primo elemento,
afferma don Tonino Palmese, Vicario Episcopale della Diocesi di Napoli, è quello della
disattenzione verso gli stessi spettatori".
"Sarebbe stato opportuno annunciare a voce alta, mettendoci la faccia dell’istituzione
di turno, che cosa era accaduto veramente, e cioè non uno scontro tra tifoserie, ma
uno scontro tra criminali, probabilmente, o uno scontro tra qualche criminale e un
tifoso". "Secondo: quale Coppa Italia? Di quale Italia parliamo? Di fronte ad un’Italia
che tratta con il criminale di turno, alla presenza del presidente della Camera e
del Senato, del governo, penso sia meglio parlare di un’altra Repubblica". C’è stata
la paura di annullare la partita?" "Credo che qualunque soluzione sia stata condizionata
fortemente da questi elementi. Io insegno pedagogia e quando mi confronto con il capitolo
del gioco, certamente non ritengo di inserire l’attuale calcio italiano, l’attuale
calcio che si vive nel mondo, che ha poco a che vedere con il gioco. Si parla di un’altra
cosa: di un’industria, di un business. E come in tutte le industrie e in tutti i business
la criminalità organizzata, e non mi riferisco solo a Napoli, ma a tutto il mondo,
può metterci la mano, facendo il suo business". Per Don Palmese, la crisi, che è sotto
i nostri occhi, sta "anche nella sproporzione che c’è tra quello che dovrebbe accadere
nello stadio con quegli 11 giovanotti, che sono sostenuti, accompagnati e pagati in
maniera veramente sproporzionata, e la meritocrazia". "Non vorrei fare la solita polemica,
ma è chiaro che quello che accade fuori sia lo specchio di quello che è dentro. Io
credo che sia anche questa un’esasperazione. Applaudire chi guadagna senza faticare,
mi sembra veramente una grande contraddizione. Mi scuso con tutti i tifosi, che ascolteranno
con disagio queste parole". Infine la trattativa tra Stato e ultras. "Sono molto arrabbiato",
dice alla Radio Vaticana. "Non riesco a capire perché si continui a dire che non c’è
stata trattativa. Quando un giocatore va a parlare con un noto criminale, cosa significa?
Dialogo interconfessionale o trattare qualcosa? E allora non la vogliamo chiamare
trattativa? Hanno trattato la partita! Forse in italiano è la stessa cosa". "Che tristezza
pensare che ci sia un Papa che esalta l’importanza del gioco e poi ci sia una disattenzione
verso le tante persone che vanno lì per divertirsi e trascorrere una bella serata.
E’ l’ennesima dimostrazione che questi criminali non hanno nulla a che vedere né con
la civiltà né con la fede. Magari si mettono anche la coroncina al collo! Ne ho visti
tanti nella mia vita. Penso a quei boss che sono pieni di Madonne nei loro covi".
(a cura di Luca Collodi)