Al via la Missione in 100 piazze romane del Cammino neocatecumenale
Con grande gioia gli appartenenti al Cammino Neocatecumenale della diocesi di Roma
hanno accolto questa mattina, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, la benedizione
del cardinale vicario, Agostino Vallini, in vista della "Grande Missione". Avrà luogo
per cinque domeniche consecutive, da domani fino al primo giugno, in circa 100 piazze
romane e in contemporanea in tutto il mondo. Antonella Pilia ha raccolto alcune
testimonianze:
R. – Quello
che noi abbiamo ricevuto è l’annuncio che Gesù Cristo è risorto, ci ama e vive in
mezzo a noi e questo ha cambiato la nostra vita. Vogliamo quindi portarlo anche agli
altri. Sicuramente, infatti, nel mondo oggi c’è tanto buio, tante tenebre e portare
la luce di Gesù Cristo è un aiuto immenso.
D. – Che cosa porterai alle persone
che incontrerai in questa missione?
R. – Principalmente, porterò la mia testimonianza,
perché non posso annunciare qualcosa al di fuori di me. Come gli Apostoli andavano
ad annunciare la Buona Notizia, cioè l’incontro con Gesù Cristo risorto, così, dopo
la Pasqua noi andiamo ad annunciare a tutti che veramente Gesù Cristo ha vinto la
morte.
R. – Porterò davvero la mia esperienza e questo amore immenso che ho
ricevuto da Gesù Cristo, che ama tutti e aspetta soltanto il nostro “sì” perché possiamo
ricevere questo amore.
R. – Io vivrò l’esperienza di portare agli altri l’annuncio
che Gesù Cristo è veramente risorto, perché io l’ho conosciuto e l’ho incontrato nella
mia vita. E utilizzerò il mio carisma della lingua dei segni per portare la Parola
anche ai sordi. Loro infatti non hanno la possibilità di entrare direttamente a contatto
con la Parola di Dio, ma hanno bisogno di una lingua visiva per poterlo conoscere.
Quindi, vivrò questa doppia esperienza.
R. - La missione è come una professione
di fede: dicendo ogni volta quello che Dio ha fatto nella mia vita, lo ricordo. E
vedo che il Signore si fa veramente presente, anche in una piazza.
D. – E’
difficile essere testimoni di Cristo risorto?
R. – Beh, dire che non è difficile
sarebbe falso. E’ sicuramente difficile, ma è vero anche che oggi c’è una forte ricerca
del senso della vita.
R. – Di esperienza in esperienza, è sempre più bello.
Infatti, non è tanto quello che do ma quello che ricevo. Annunciare il Vangelo mi
dà gioia, mi conferma nella fede, ricevo consolazione, ricevo forza, ricevo vita.
R.
– Per noi che siamo giovani, Dio esiste. Ma per il mondo è strano vedere delle ragazze
di 23 anni, di 25 anni che ti parlano di Dio. Lo vedo nel lavoro, nella mia vita quotidiana,
con le mie amicizie al di fuori della Chiesa...
D. – Che esperienza sarà?
R.
– Bellissima, perché la gente è un po’ spaventata, ma incuriosita di fronte a una
piazza piena di ragazzi.