2014-05-03 15:21:42

Afghanistan. Oltre 2000 morti in alluvioni e frane, si scava nel fango


La zona del villaggio sommersa ieri da una enorme frana nella provincia settentrionale afghana di Badakhshan diventera' un enorme "cimitero collettivo". Lo ha annunciato il governatore provinciale, Shah Walihullah Adeeb. Oggi le autorita' locali hanno deciso di non proseguire le ricerche delle centinaia di corpi sepolti sotto un mare di terra, fango e pietre. Il bilancio resta per ora di 350 morti formulato ieri dalla Missione delle Nazioni Unite, ma secondo fonti locali sotto il fango ci sarebbero circa 2000 vittime. Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

E’ immane la tragedia che si sta consumando in un lembo isolato e montuoso del nordest dell’Afghanistan. Siamo al confine tra Tadjikistan, Cina e Pakistan, con carenza quasi totale di infrastrutture e comunicazioni, tanto che si è scavato per ora con pochissimi mezzi oltre alle mani nude, nonostante il presidente Karzai abbia mobilitato l'esercito e i reparti speciali dell’Isaf , la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza. La portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam) dell’Onu per l’Asia Silke Buhr conosce bene la zona:

“È un Paese molto povero dove la malnutrizione - soprattutto per quanto riguarda i bambini - è un grande problema. Circa il 70% dei bambini sopra i cinque anni soffre di malnutrizione. In generale, la gente vive in villaggi molto piccoli. Dunque, è una zona difficile, la gente povera vive una vita molto dura. Da quello che abbiamo capito, dopo la prima frana sono arrivate persone da altri villaggi per aiutare la gente che vive nel primo villaggio che è stato sommerso dal fango. Poi, è arrivata la seconda frana e lì il numero di persone rimaste colpite è salito tantissimo”.

I soccorsi arrivano lentamente perché le piogge hanno coperto sentieri e ostruito strade, ma le attività sono iniziate subito, sin da ieri, tra le ong coordinate dall’Onu e dalle autorità locali. Al lavoro c’è anche l’equipe del Pam. Ancora Silke Buhr:

“La nostra squadra è partita stamattina. Dopo diverse ore, è arrivata nella zona colpita. La notizia positiva che la squadra ci ha dato è che la strada era in condizioni accettabili e che quindi è riuscita ad avvicinarsi alla zona. Si parla addirittura di dieci metri di fango in alcune zone. Sarà molto difficile raggiungere queste persone. Per ora, abbiamo portato 80 tonnellate di cibo per sfamare circa 700 famiglie di sfollati che per il momento hanno bisogno di aiuto. Però, ora che avremo informazioni più aggiornate c’è la probabilità che il numero delle vittime possa salire”.

Alluvioni e tragedie purtroppo si ripetono spesso durante la primavera in Afghanistan. A pesare in particolare in questa zona non è solo la povertà, ma anche l’attività di disboscamento:

“La vita, come dicevo, è molto dura. La gente cerca legna per riscaldarsi, per cucinare e può accadere che nei posti dove gli alberi vengono tagliati succedano questi eventi con conseguenze tragiche a volte”.







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