2014-05-02 20:06:58

Precipita la crisi ucraina. Se ne discute all'Onu. Vittime a Sloviansk e Odessa negli scontri tra esercito e separatisti


Comunità internazionale in fibrillazione per la crisi Ucraina, dopo la rappresaglia lanciata dall’esercito di Kiev contro i miliziani filorussi nell’est del Paese. Intanto si è svolta a New York la riunione straordinaria al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, chiesta dalla Russia. Sul terreno si segnalano diverse vittime a Sloviansk e a Odessa. Germania e Stati Uniti parlano di nuove sanzioni a Mosca. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

La crisi ucraina, una crisi ormai dai toni drammatici, cruenti, sanguinosi della guerra civile all’esame del massimo organo dell’Onu. La situazione è precipitata quando Kiev ha lanciato la rappresaglia armata nei confronti dei miliziani separatisti nell’est del Paese. Nella città di Sloviansk, secondo quanto detto dal presidente ad interim ucraino, Turchinov, molti i ribelli che avrebbero perso la vita durante le ultime offensive. Poi un appello a Mosca: “Fermate l'isteria dilagante. Smettete di minacciarci e di intimidirci”. La Russia, dalla sua, giudica folle l’iniziativa di Kiev e rilancia le sue minacce all’Ucraina sul fronte energetico. A fine maggio riduzione drastica delle forniture di gas in caso di mancato pagamento del megadebito da 3 miliardi e mezzo di dollari. Kiev invece ha chiuso i cieli dell’est del Paese ai voli russi. Su questa delicatissima situazione sentiamo Luigi Geninazzi, esperto dell'area ex sovietca, del quotidiano Avvenire:

R. - E' una crisi che si muove su un piano inclinato. Ancora prima dell'occupazione della Crimea, ricordiamo che c'era stato il voto della Duma russa, che autorizzava il presidente Putin a intervenire militarmente nel caso in cui gli interessi dei cittadini russi o dei filorussi ucraini venissero minacciati. In questa situazione, lo stop provvisorio, fragile, dell'accordo di Ginevra non è servito a nulla e ormai si sta correndo verso la fase finale. L'Ucraina è uno Stato che rischia di scomparire, di entrare nel tunnel del caos e, Dio non voglia, della guerra civile allargata.







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