Precipita la crisi ucraina. Se ne discute all'Onu. Vittime a Sloviansk e Odessa negli
scontri tra esercito e separatisti
Comunità internazionale in fibrillazione per la crisi Ucraina, dopo la rappresaglia
lanciata dall’esercito di Kiev contro i miliziani filorussi nell’est del Paese. Intanto
si è svolta a New York la riunione straordinaria al Consiglio di Sicurezza dell’Onu,
chiesta dalla Russia. Sul terreno si segnalano diverse vittime a Sloviansk e a Odessa.
Germania e Stati Uniti parlano di nuove sanzioni a Mosca. Il servizio di Giancarlo
La Vella:
La crisi ucraina,
una crisi ormai dai toni drammatici, cruenti, sanguinosi della guerra civile all’esame
del massimo organo dell’Onu. La situazione è precipitata quando Kiev ha lanciato la
rappresaglia armata nei confronti dei miliziani separatisti nell’est del Paese. Nella
città di Sloviansk, secondo quanto detto dal presidente ad interim ucraino, Turchinov,
molti i ribelli che avrebbero perso la vita durante le ultime offensive. Poi un appello
a Mosca: “Fermate l'isteria dilagante. Smettete di minacciarci e di intimidirci”.
La Russia, dalla sua, giudica folle l’iniziativa di Kiev e rilancia le sue minacce
all’Ucraina sul fronte energetico. A fine maggio riduzione drastica delle forniture
di gas in caso di mancato pagamento del megadebito da 3 miliardi e mezzo di dollari.
Kiev invece ha chiuso i cieli dell’est del Paese ai voli russi. Su questa delicatissima
situazione sentiamo Luigi Geninazzi, esperto dell'area ex sovietca, del quotidiano
Avvenire:
R. -E' una crisi che si muove su un piano inclinato. Ancora
prima dell'occupazione della Crimea, ricordiamo che c'era stato il voto della Duma
russa, che autorizzava il presidente Putin a intervenire militarmente nel caso in
cui gli interessi dei cittadini russi o dei filorussi ucraini venissero minacciati.
In questa situazione, lo stop provvisorio, fragile, dell'accordo di Ginevra non è
servito a nulla e ormai si sta correndo verso la fase finale. L'Ucraina è uno Stato
che rischia di scomparire, di entrare nel tunnel del caos e, Dio non voglia, della
guerra civile allargata.