L’arcidiocesi di Agrigento ha accolto per il primo maggio a San Giovanni Gemini centinaia
di ragazzi per la trentesima edizione di “Giovani in festa”. La manifestazione ha
voluto offrire momenti di riflessione, di preghiera e di animazione per sensibilizzare
i giovani ai valori del cristianesimo per una società più giusta e solidale. Quest’anno
il tema del raduno è stato ispirato alla parabola del Buon samaritano invitando a
non passare oltre, “Don’t pass over”, di fronte al prossimo che necessita di aiuto.
Al microfono di Tiziana Campisi, il responsabile del Servizio diocesano per
la Pastorale Giovanile, don Giuseppe Calandra, spiega com’è la giornata:
R. – “Giovani
in festa” è una manifestazione che raccoglie i giovani della diocesi di Agrigento,
che va avanti ormai da quasi 30 anni, per una giornata da vivere insieme all’insegna
della fede, della gioia, della fraternità, dell’amicizia ma anche della musica e dello
spettacolo. Nel corso degli anni, questa giornata è un po’ cambiata, arricchendosi
di nuove iniziative, e un po’ sposando – negli anni – il progetto del piano pastorale.
Questa iniziativa nei primi anni veniva celebrata ad Agrigento; poi è venuta l’idea
di spostarsi nei diversi comuni, nelle diverse realtà parrocchiali presenti in diocesi.
Quindi, è stata una manifestazione itinerante …
D. – La Giornata è articolata
in diversi momenti: un momento assai importante è quello dedicato alle testimonianze
…
R. – Abbiamo pensato di invitare Costantino Baratta: è un muratore di Lampedusa.
Fu lui, la mattina del 3 ottobre, a uscire in barca e dopo avere avvistato in mare
un gruppo di naufraghi eritrei, si fermò e salvò 12 vite. Accanto alla sua, avremo
anche la testimonianza di un giovane nigeriano, che è stato costretto a lasciare il
suo Paese a causa della sua conversione al cristianesimo e della rivolta avvenuta
contro la sua famiglia. Questo giovane ha dovuto lasciare il suo Paese e dopo avere
attraversato il Mediterraneo ed essere approdato sulle coste dell’Isola di Lampedusa,
presso il Centro di Mineo ha poi conosciuto la Comunità di Sant’Egidio e attualmente
collabora e lavora con i volontari della Comunità di Sant’Egidio. Accanto a questi
due testimoni avremo anche la presenza dell’Associazione “Libero futuro”: è la prima
associazione anti-racket palermitana che ha accompagnato e assistito oltre 200 imprenditori
nel percorso di liberazione dal “pizzo”.
D. – Qual è il suo auspicio per questa
Giornata?
R. – Che sia senz’altro una giornata vissuta intensamente, nell’entusiasmo
che è proprio una caratteristica dei giovani, nella gioia, ma soprattutto nella capacità
di portarsi a casa qualcosa di bello, di importante, che serva alla loro vita. Questa
capacità di non passare oltre, di non chiudere gli occhi ma di fermarsi, di guardarsi
attorno, di vedere che il mondo che hanno attorno è un mondo bello, ma che per renderlo
più bello è necessario anche l’impegno di tutti, è necessaria la responsabilità di
ciascuno affinché tutto possa essere più bello e senz’altro rendere questo mondo veramente
più vivibile!