Violenze in Siria. Appello dei familiari per la liberazione di padre Paolo dall’Oglio
In Siria non si fermano i combattimenti tra oppositori del regime e militari. Circa
100 persone, tra cui donne e bambini, sono morte ieri ad Homs per un autobomba mentre
Damasco e la comunità internazionale si sono accordate per una nuova missione di ispettori
incaricati di far luce su presunti attacchi con sostanze tossiche denunciati nei giorni
scorsi. E mentre Bashar al Assad ha confermato la candidatura per le prossime presidenziali,
a nove mesi dal rapimento del padre gesuita Paolo Dall’Oglio, i familiari invocano
la sua liberazione. Massimiliano Menichetti: La Siria continua
ad essere devastata dalla furia della guerra e si prepara alle presidenziali, del
3 giugno prossimo, in cui l’attuale leader Bashar al Assad ha annunciato la sua candidatura.
Più di 150 mila persone hanno perso la vita, in scontri, da marzo 2011, migliaia i
rifugiati. Frammentato, in un groviglio di gruppi terroristici e clan, il fronte degli
oppositori che diede avvio alle proteste. In questo quadro si è sviluppata anche la
piaga dei rapimenti: per motivi politici, per prove di forza, o per ottenere soldi.
Decine le persone scomparse tra cui civili, giornalisti, politici locali, combattenti
e uomini di fede, come tre sacerdoti e due vescovi rapiti: tra loro anche il gesuita
padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato, nove mesi fa, a Raqqa nella Siria settentrionale.
Accorato l’appello per la sua liberazione da parte della famiglia, ai nostri microfoni
Francesca, la sorella maggiore di padre Paolo: "Abbiamo scritto questo
appello per la sua liberazione! Chiediamo a chi lo detiene, di dare a Paolo la possibilità
di tornare alla sua libertà e ai suoi cari, e a tutte le istituzioni di continuare
ad adoperarsi in tal senso. Questo è il nostro appello e il senso profondo per questo
nostro fratello, questo gesuita italiano che è stato rapito - sono 9 mesi! – il 29
luglio 2013".