Udienza generale. Il Papa: il dono dell'Intelletto, grazia che ci fa scrutare il pensiero
di Dio
Il Papa all'udienza generale di stamane ha ripreso le sue catechesi sui doni dello
Spirito Santo. Dopo aver preso in esame il dono della Sapienza oggi ha parlato del
dono dell'Intelletto. “Non si tratta qui dell’intelligenza umana, della capacità intellettuale
– ha detto - di cui possiamo essere più o meno dotati. È invece una grazia che solo
lo Spirito Santo può infondere e che suscita nel cristiano la capacità di andare al
di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio
e del suo disegno di salvezza”.
“L’apostolo Paolo – ha proseguito - rivolgendosi
alla comunità di Corinto, descrive bene gli effetti di questo dono, cioè cosa fa questo
dono dell’intelletto in noi - e Paolo dice questo: «Quelle cose che occhio non vide,
né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro
che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito» (1 Cor 2,9-10).
Questo ovviamente non significa che un cristiano possa comprendere ogni cosa e avere
una conoscenza piena dei disegni di Dio: tutto ciò rimane in attesa di manifestarsi
in tutta la sua limpidezza quando ci troveremo al cospetto di Dio e saremo davvero
una cosa sola con Lui. Però, come suggerisce la parola stessa, l’intelletto permette
di ‘intus legere’, cioè di ‘leggere dentro’: e questo dono ci fa capire le cose come
le capisce Dio, con l’intelligenza di Dio. Perché uno può capire una situazione con
l’intelligenza umana, con prudenza, e va bene. Ma, capire una situazione in profondità,
come le capisce Dio, è l’effetto di questo dono. E Gesù ha voluto inviarci lo Spirito
Santo perché noi abbiamo questo dono, perché tutti noi possiamo capire le cose come
Dio le capisce, con l’intelligenza di Dio. E’ un bel regalo che il Signore ci ha fatto
a tutti noi. E’ il dono con cui lo Spirito Santo ci introduce nella intimità con Dio
e ci rende partecipi del disegno d’amore che Lui ha con noi".
“E’ chiaro allora
– ha osservato - che il dono dell’intelletto è strettamente connesso alla fede. Quando
lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e illumina la nostra mente, ci fa crescere
giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e ha compiuto
– lo stesso Gesù ha detto ai suoi discepoli: ‘Io vi invierò lo Spirito Santo e Lui
vi farà capire tutto quello che io vi ho insegnato’. Capire gli insegnamenti di Gesù,
capire la sua Parola, capire il Vangelo, capire la Parola di Dio. Uno può leggere
il Vangelo e capire qualcosa, ma se noi leggiamo il Vangelo con questo dono dello
Spirito Santo possiamo capire la profondità delle parole di Dio. E questo è un gran
dono, un gran dono che tutti noi dobbiamo chiedere e chiedere insieme: Dacci, Signore,
il dono dell’intelletto”.
Il Papa ha poi proseguito: “C’è un episodio del
Vangelo di Luca che esprime molto bene la profondità e la forza di questo dono. Dopo
aver assistito alla morte in croce e alla sepoltura di Gesù, due suoi discepoli, delusi
e affranti, se ne vanno da Gerusalemme e ritornano al loro villaggio di nome Emmaus.
Mentre sono in cammino, Gesù risorto si affianca e comincia a parlare con loro, ma
i loro occhi, velati dalla tristezza e dalla disperazione, non sono in grado di riconoscerlo.
Gesù cammina con loro ma loro erano tanto tristi, tanto disperati, che non lo riconoscono.
Quando però il Signore spiega loro le Scritture, perché comprendano che Lui doveva
soffrire e morire per poi risorgere, le loro menti si aprono e nei loro cuori si riaccende
la speranza (cfr Lc 24,13-27). E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi:
ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le
cose umane, le situazioni, tutte le cose. E’ importante il dono dell’intelletto per
la nostra vita cristiana. Chiediamolo al Signore, che ci dia, che ci dia a tutti noi
questo dono per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto,
la Parola di Dio nel Vangelo”.
Al termine dell’udienza, salutando i pellegrini
italiani, ha detto: “Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli
sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la festa liturgica di Santa Caterina da Siena,
patrona d’Italia e d’Europa. Cari giovani, imparate da lei a vivere con la coscienza
retta di chi non cede ai compromessi umani. Cari malati, ispiratevi al suo esempio
di fortezza nei momenti di maggiore dolore. E voi, cari sposi novelli, imitate la
solidità della fede di chi si fida di Dio. Grazie”.