Siria: ad Homs un centinaio di morti. Pressioni Onu su Damasco per le armi chimiche
Sono almeno un centinaio, per la maggior parte civili, le vittime del doppio attentato
con autobomba perpetrato ieri a Homs in un quartiere controllato dalle forze lealiste:
il nuovo bilancio – riporta l’agenzia Misna - è stato fornito dall’Osservatorio siriano
dei diritti umani (Osdh), che parla di 80 vittime civili e decine di feriti; ieri
sera, la stessa fonte riferiva di 51 morti e oltre 70 feriti.
L’attentato è
stato rivendicato dai ribelli del Fronte al Nusra: i miliziani hanno affermato di
aver fatto esplodere una prima autobomba per provocare il massimo dei morti fra gli
‘Chabbihà, gruppi filo-governativi, nel quartiere di Al Abbassiya. Una seconda vettura
imbottita di esplosivo è stata fatta scoppiare poco dopo nella stessa zona.
Intanto
il ministro degli Esteri britannico William Hague ha fatto pressioni all'Organizzazione
per la proibizione delle armi chimiche (Opac) affinche' acceleri l'inchiesta su un
presunto utilizzo di gas cloro in Siria. ''Le informazioni raccolte finora secondo
cui la Siria sta nuovamente utilizzando armi chimiche, se aggiunte al disagio che
sta vivendo la popolazione, delineano una situazione terribile nel Paese'', ha aggiunto.
Ieri l'Opac aveva infatti annunciato l'invio di una missione speciale in Siria con
il compito di indagare sull'utilizzo di gas cloro da parte delle forze del Presidente
Bashar al-Assad contro un villaggio controllato dai ribelli nella provincia di Hama.
Al
confine tra Siria e Libano cinque militari libanesi, tra i quali un ufficiale, sono
rimasti feriti in scontri con uomini armati, nella zona di Arsal, in territorio libanese.
Secondo la tv libanese al-Mayadeen i militari sono caduti in un'imboscata. Stando
all'emittente satellitare al-Jazeera negli scontri sono coinvolti ''oppositori siriani''.
La zona di Arsal, a maggioranza sunnita, è nota per il passaggio di armi e il sostegno
all'opposizione al regime siriano di Bashar al-Assad. (R.P.)