In Siria non si ferma la violenza. E' di 14 morti e 86 feriti il bilancio di un
bombardamento, con quattro colpi di mortaio, sul centro di Damasco in cui è stata
colpita anche una scuola. E mentre Bashar al Assad ha confermato la candidatura per
le prossime presidenziali, a nove mesi dal rapimento del padre gesuita Paolo Dall’Oglio,
i familiari invocano la sua liberazione. Massimiliano Menichetti:
La Siria continua ad essere devastata dalla furia della guerra e si prepara alle presidenziali, del 3 giugno prossimo, in cui l’attuale leader Bashar al Assad ha annunciato la sua candidatura. Più di 150mila persone hanno perso la vita, in scontri, da marzo 2011, migliaia i rifugiati. Frammentato, in un groviglio di gruppi terroristici e clanici, il fronte degli oppositori che diede avvio alle proteste. In questo quadro si è sviluppata anche la piaga dei rapimenti: per motivi politici, per prove di forza, o per ottenere soldi. Decine le persone scomparse tra cui civili, giornalisti, politici locali, combattenti e uomini di fede, come tre sacerdoti e due vescovi rapiti: tra loro anche il gesuita padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato, nove mesi fa, a Raqqa nella Siria settentrionale. Accorato l’appello per la sua liberazione da parte della famiglia, ai nostri microfoni Francesca Dall'Oglio, la sorella maggiore di padre Paolo:
Abbiamo scritto questo appello per la sua liberazione! Chiediamo a chi lo
detiene, di dare a Paolo la possibilità di tornare alla sua libertà e ai suoi cari,
e a tutte le istituzioni di continuare ad adoperarsi in tal senso. Questo è il nostro
appello ed il senso profondo per questo nostro fratello, questo gesuita italiano che
è stato rapito - sono 9 mesi! – il 29 luglio 2013.
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