Seminario del Pontificio Consiglio giustizia e pace sul "lavoro decente"
“Lavoro decente, giustizia sociale e sradicamento globale della povertà”. Il tema
del Seminario organizzato a Roma, oggi e domani, dal Pontificio Consiglio Giustizia
e pace, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per il lavoro (Ilo)
e numerose Ong di ispirazione cattolica. In apertura dei lavori il cardinale Peter
Turkson, presidente del dicastero vaticano, ha denunciato un sistema economico incentrato
sul denaro che crea disoccupazione, sottoccupazione e lavoro precario e alimenta la
povertà. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Nonostante
i grandi progressi portati dall’industrializzazione e dalla mondializzazione, ha sottolineato
il cardinale Turkson, la povertà continua a tormentare” “miliardi di fratelli e sorelle
nel mondo”. Da qui l’urgenza di un approccio economico alternativo basato sulla giustizia
e sulla solidarietà, come raccomanda la Dottrina sociale della Chiesa, dalla Rerum
Novarum di Leone XIII e agli insegnamenti di Papa Francesco. Mons. Robert Vitillo,
rappresentante della Caritas Internationalis a Ginevra, ci spiega la genesi e lo scopo
di questo seminario:
R. – Per più di un anno, abbiamo lavorato insieme per
sviluppare un documento per quanto riguarda i nuovi obiettivi dello sviluppo umano:
il cosiddetto "post-2015". Inoltre, abbiamo preparato un documento congiunto, dove
abbiamo inserito tutte le priorità della nostra azione. Ad esempio impegnandoci per
i disoccupati, i sub-occupati – ovvero le persone che devono lavorare in situazioni
molto difficili e pericolose – i migranti che vengono sfruttati, le vittime delle
tratta, ecc. Abbiamo collaborato per preparare questo documento affinché possa essere
utilizzato con i governi e le agenzie delle Nazioni Unite per promuovere l’inclusione
del lavoro decente nel processo "post-2015".
D. – Che cosa si intende per lavoro
decente?
R. – Prima di tutto, è una questione che va oltre l’aumento dello
stipendio. Alla base di questo ci deve essere un rispetto per la dignità umana. La
Chiesa ha alle spalle una lunga storia in questo campo: ha promosso azioni tramite
la sua dottrina per mettere la persona al centro del dibattito, superare la tendenza
a focalizzarsi solamente sul mondo del profitto e del commercio. Dobbiamo poi arrivare
alle cose pratiche: parlare di uno stipendio con cui un lavoratore potrà sfamare e
mantenere la sua famiglia in una casa decente. In questo processo, dobbiamo pensare
al diritto dei lavoratori a organizzarsi, insistere sul fatto che il loro lavoro si
svolga in condizioni decenti. Infine, la libertà di promuovere il loro interesse e
di collaborare anche con le ditte, con le società che fanno commercio. Infatti, in
questo seminario abbiamo una rappresentanza dei commercianti cattolici disposta a
lavorare insieme con i lavoratori.
D. – Quindi, un’azione da parte del mondo
cattolico di rilancio del tema del lavoro che troppo spesso vediamo sacrificato da
politiche speculative ai danni dei diritti dei lavoratori…
R. – Sì, è proprio
come dice molto spesso Papa Francesco: dobbiamo mettere i lavoratori al centro delle
discussioni e non focalizzarci solamente sui soldi e sul profitto. Bisogna collegare
questo tema con lo sviluppo in generale, perché il lavoro decente contribuisce allo
sviluppo del mondo, al bene comune.