Proposta di legge del MpV. Casini: nei processi vi sia rappresentante dei diritti
del concepito
Ancora in primo piano il tema della fecondazione assistita, dopo la recente pronuncia
della Corte costituzionale che sancisce l'illeggittimità del divieto dell’eterologa
previsto dalla legge 40. Il Movimento per la Vita ha elaborato una proposta di legge
in materia di fecondazione artificiale affidandola in particolare ai 63 parlamentari
che hanno sottoscritto l’iniziativa "UnoDiNoi". La proposta è stata presentata nel
pomeriggio Roma. Quale il centro dell’iniziativa? Debora Donnini lo ha chiesto
all’on. Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita:
R. – La Legge
40 ha il suo punto più importante nell’articolo 1, dove dice che la legge intende
garantire i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. Allora,
bisogna che nei processi venga ascoltata la sua voce. Ci vuole un curatore speciale,
qualcuno che obbligatoriamente nei processi rappresenti i diritti e gli interessi
del concepito. La legge chiede quindi che sia nominato in tutti i processi un curatore
del concepito. Non modifica la Legge 40, ma modifica le norme del Codice civile e
del Codice di procedura civile.
D. – In questi anni, alcuni contenuti iniziali
della Legge 40 sono stati modificati da diversi interventi della Corte costituzionale.
In che modo principalmente?
R. – Sono fondamentalmente due: uno è la sentenza
del 2009, che ha eliminato il divieto di produzione soprannumeraria, cioè prima si
diceva che tutti gli embrioni generati dovevano essere trasferiti nel seno materno
perché potessero avere una speranza di vita. Per questo motivo, non potevano essere
più di tre perché diventa pericoloso per la madre e per gli stessi embrioni. Questa
parte è stata abolita. E questo è già un grandissimo problema. La seconda sentenza
è quella recentissima, la quale ha abolito il divieto di fecondazione eterologa, anche
in quel caso, dimenticando il diritto dei figli a conoscere le proprie origini. Ma
ci sono anche altri processi in corso che vorrebbero demolire ulteriormente la Legge
40, consentendo, ad esempio, l’utilizzazione sperimentale di embrioni congelati o
eliminando il limite della coppia che può ottenere la fecondazione artificiale. Dunque
bisogna in qualche modo evitare un ritorno totale al "far west", cominciando ad attribuire
al concepito il primo diritto, che è quello di essere ascoltato attraverso un suo
rappresentante.