Il caso del "romanzo gay" al Giulio Cesare. Il sottosegretario Toccafondi: chiederemo
un approfondimento
Sta facendo discutere il caso di due professori del liceo Giulio Cesare di Roma denunciati
per aver fatto leggere e discutere in classe un romanzo in cui si descrive un rapporto
tra due omosessuali. Sono insorte le associazioni gay, ma organizzazioni di insegnanti
chiedono un maggior coinvolgimento delle famiglie. Alessandro Guarasci:
Il
rischio è che ancora una volta la scuola sia ridotta a campo di battaglia ideologico.
Il libro in questione è “Sei come sei” di Melania Mazzucco, che contiene un passaggio
su un rapporto tra due omosessuali, passaggio che ha tratti pornografici. Ora Gianfranco
Amato, il presidente di una delle associazioni che ha fatto denuncia alla procura
di Roma, "Giuristi per la Vita", mette in luce un clima di caccia alle streghe nei
confronti dei genitori che hanno segnalato il caso. Per il sottosegretario all'Istruzione
Gabriele Toccafondi i rischi sono molti
R. – Sulla scuola, ahimè, qualcuno
sta giocando una battaglia ideologica. L’appello che sto continuando a fare, che mi
sento di dover rifare su questo episodio, è di non giocare, sulla pelle dei nostri
ragazzi e dei nostri bambini, battaglie ideologiche. Il problema educativo, l’emergenza
educativa del nostro Paese ha bisogno di molta attenzione e di molto lavoro, ma non
ha assolutamente bisogno di queste battaglie.
D. – Secondo lei, bisognava avviare
un più fitto confronto con le famiglie?
R. – Questo è un altro punto fondamentale.
E’ l’art. 30 della nostra costituzione che mette al centro del rapporto educativo
i genitori. E’ diritto-dovere di genitori istruire ed educare i figli. Quindi, è chiaro
e ovvio, per quanto mi riguarda, che tutto ciò che entra nelle scuole deve essere
prima rivisto, vagliato dal rapporto di fiducia educativo, che c’è da sempre tra i
genitori e gli insegnati.
D. – Ma questo vuol dire che l’autonomia scolastica,
in alcuni casi, viene male interpretata, secondo lei?
R. – Guardi, io sono
un difensore dell’autonomia scolastica e penso che l’autonomia scolastica sia il futuro.
Nelle scuole, gli effetti positivi che ho visto, su tante materie, li ho visti perché
insegnanti con grande preparazione e con grande volontà hanno utilizzato l’autonomia
scolastica. Certo, come tutti gli strumenti, è un’arma a doppio taglio. Il problema,
quindi, non è togliere autonomia alle scuole, ma richiamare tutti, in particolar modo
gli insegnanti, al loro lavoro e al lavoro fondamentale che hanno, cioè il rapporto
educativo fondamentale e quindi il rapporto che passa attraverso i genitori.
D.
– Ma, allora, come Ministero chiederete un approfondimento su questo caso?
R.
– Merita chiedere l’approfondimento e arrivare, attraverso anche l’ufficio scolastico
regionale, alla verità delle cose. Anche sui giornali, infatti, si leggono racconti
contrastanti. Però – ribadisco – non è con un’istruttoria che si risolve il problema,
ma è con la presa di coscienza che nelle scuole non ci deve essere un campo di battaglia
ideologico.
Per la scrittrice quello che scandalizzerebbe è l’assoluta
normalità dei protagonisti del romanzo, una "famiglia omosessuale". “Certi temi vanno
affrontati in modo diverso”, dice Rosalba Candela, presidente dell’Uciim, l’Unione
Insegnanti Cattolici:
“ Occorre una formazione dei docenti. Non è possibile
improvvisare così. Magari la scuola non avrà improvvisato, sicuramente, ma credo che
non si è posta attenzione alla famiglia. Non si può portare un testo del genere senza
informare le famiglie”.