Istat. Cresce la fiducia dei consumatori. Il peggio è passato, ma resta sofferenza
Spiragli positivi per l’economia italiana nonostante il persistere di criticità sul
fronte occupazionale. La fiducia dei consumatori è aumentata ad aprile fino a toccare
il livello massimo da gennaio 2010. Lo rileva l'Istat, che registra un balzo dell'indice
a 105,4 da 101,9 del mese di marzo. Solo pochi giorni fa, l’agenzia di rating Fitch
ha promosso l’Italia facendo passare l’outlook del Paese da negativo a stabile.
Al microfono di Paolo Ondarza, il commento dell’economista, Giacomo Vaciago:
R. – Il dato
conferma la diffusa percezione che l’economia italiana abbia smesso di peggiorare
e che sia iniziata una ripresa. È da settembre dello scorso anno che gli indicatori
Ocse dicono che c’è ripresa. Però, questo dato va ancora interpretato alla luce di
un problema che non è risolto. La ripresa significa che chi andava bene va meglio,
o anche che chi andava male ha smesso di peggiorare e inizia ad avere nuova speranza?
Al momento, temo sia ancora una fase di passaggio in cui il peggio è passato, ma per
alcuni c’è ancora molta sofferenza.
D. – Questo dato positivo è confortato
anche dalla recente valutazione delle agenzie di rating nei confronti dell’Italia.
Il giudizio è un po’ più ottimista rispetto al passato...
R. – Anche qui il
problema è mantenere poi le promesse fatte. Con l’arrivo di un nuovo governo, due
mesi fa, si è data enfasi soprattutto alle riforme che ritornano a far crescere. Basta
flagellarsi per dimostrare ai mercati finanziari che abbiamo capito la lezione...
Questo significa che c’è una nuova speranza, ma occorre che poi le cose si facciano.
Attenzione: al momento sono tutte promesse.
D. – Il dato concreto effettivamente
ci fotografa ancora situazioni critiche. Ad esempio sul fronte occupazionale: cassa
integrazione in aumento, disoccupazione giovanile record...
R. – Il problema
è che il Paese ha un disperato bisogno di tornare a crescere. Il fatto che tanti giovani
in questo momento non abbiano possibilità di trovare lavoro e viceversa: stiamo ancora
proteggendo lavori che non hanno futuro, perché questa è la drammatica situazione
della crescente cassa integrazione, dove mettiamo in "frigorifero" operai, lavoratori
in attesa di una ripresa che forse la loro azienda non avrà mai più... Mai come in
questo momento – e non solo in Italia – vediamo che c’è chi sta bene e va meglio e
chi sta male e sta peggio. C’è un problema di tenuta sociale.