Centrafrica: evacuati da Bangui gli ultimi musulmani. Critiche del governo
Sono stati evacuati da Bangui gli ultimi 1.300 musulmani bloccati da mesi e minacciati
dalle milizie di autodifesa Anti-Balaka. L’operazione umanitaria - riporta l'agenzia
Misna - è stata organizzata dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim)
e dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) con l’obiettivo di “mettere
in salvo cittadini di confessione musulmana e della comunità peul”, trasferendoli
nelle città settentrionali di Kabo e Sido, nei pressi del confine col Ciad.
La
scorsa settimana, sempre sotto scorta della forza africana Misca e dei militari francesi
di Sangaris, altre centinaia di civili hanno lasciato il quartiere del Pk12, diventato
un’enclave da quando, nel dicembre 2013, miliziani Anti-Balaka avevano attaccato Bangui
come rappresaglia per i soprusi inflitti per mesi dagli ex ribelli della Seleka, per
lo più musulmani e stranieri (ciadiani e sudanesi).
Ieri l’ultimo convoglio
di 18 veicoli carichi di persone e di beni ha lasciato la capitale verso le 12 (ora
locale). Ma altre centinaia di musulmani rimangono a Bangui, al Pk5, sotto la protezione
dei soldati burundesi della Misca, dispiegata nel paese dallo scorso anno.
Nel
sud del Paese, in una quindicina di località sono tra 15.000 e 20.000 i musulmani
isolati e direttamente minacciati dalle milizie di autodifesa, a maggioranza cristiana.
Anche per loro le istituzioni umanitarie internazionali intendono procedere all’evacuazione,
nonostante le critiche aperte del governo centrafricano e i timori di esperti dei
diritti umani.
“Consultazioni erano in corso con la comunità umanitaria internazionale,
ma il governo non aveva ancora notificato la sua decisione. Siamo stati messi davanti
al fatto compiuto. Abbiamo già preso alcune disposizioni per evitare che queste situazioni
non si verifichino più in futuro” ha dichiarato il ministro della Sanità Marguerite
Samba Maliavo. Le autorità di Bangui sono contrarie alla politica di “ricollocamento”
anche se nei fatti non sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini minacciati
dalle violenze.
Critici anche i relatori speciali dell’Onu per i diritti umani
degli sfollati e per le minoranze, secondo i quali “le persone coinvolte devono prendere
una decisione autonoma”. Per Chaloka Beyani e Rita Izsak “l’evacuazione deve essere
attuata solo se assolutamente necessaria per salvare vite umane e deve portare a uno
spostamento di breve durata, con una prospettiva di ritorno a casa”.
E’ invece
cambiata la posizione della Francia che fino a qualche settimana fa considerava l’evacuazione
della minoranza musulmana “un atto di partecipazione alla logica di epurazione etnico-religiosa
attuata dagli Anti-Balaka”. Ma ora “la priorità è salvare vite umane. Quando le popolazioni
sono in pericolo bisogna evacuarle” ha detto l’ambasciatore francese a Bangui. (R.P.)