2014-04-28 16:39:00

Canonizzazione, il giorno dopo. Emozioni e riflessioni dei devoti dei papi santi


"Oggi per la prima volta durante la preghiera eucaristica ho nominato Giovanni Paolo II come Santo e mi ha fatto una grande impressione. La mia voce ha cominciato a tremare. E' stata una grande gioia per me. Un momento che abbiamo atteso tutti, non solo dalla morte di S. Giovanni Paolo II, ma anche fin da quando era in vita. Durante il mio lavoro con Papa Wojtyla ho potuto sperimentare la sua santità che oggi ha trovato conferma ufficiale della Chiesa. E questo mi rende veramente felice". Sono le emozioni e le riflessioni di don Pawel Ptasnik, della sezione polacca della Segreteria di Stato vaticana, già collaboratore di Giovanni Paolo II, all'indomani della cerimonia di Canonizzazione del 27 aprile. "Karol Wojtyla era molto umano, ha costruito su questa base tutta la sua spiritualità. Era semplice e buono, aperto, sensibile e attento alle altre persone. E aveva una grande capacità di ascolto che si prolungava in un'attenzione continua durante la preghiera. Dopo mesi, anni, era capace di tornare a pensare a una persona o a un problema e domandarsi se fosse stato risolto. Aveva poi una profondissima unione con Dio. Era in preghiera in molti momenti della giornata in modo profondo ma semplice. Era capace di rendere mistiche anche forme di preghiera popolari come i canti e le litanie della tradizione polacca. E poi pregava sempre per gli altri e noi avevamo spesso la conferma dell'efficacia delle sue preghiere. E pregava per la Chiesa nel mondo: ogni giorno sceglieva un pezzo del popolo di Dio per cui pregare, cercando di ricordarsi delle loro gioie e dei loro problemi. Amava la Chiesa e il mondo, voleva far vedere l'azione dello Spirito di Cristo Risorto nella storia passata, presente e futura della Chiesa". "Il ricordo più intenso che mi porto nel cuore è lo sguardo di Papa Francesco quando gli ho consegnato la reliquia di Papa Giovanni XXIII. L'ha baciata e me l'ha restituita guardandomi fisso negli occhi. Quasi a dirmi che si trattava di un tesoro prezioso che affidava attraverso di me alla fondazione, alla diocesi e alla Chiesa tutta". Così, don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Giovanni XXIII di Bergamo, ricorda per noi la cerimonia di canonizzazione di domenica 27 aprile. "Papa Francesco ha detto che Roncalli e Wojtyla hanno 'collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria'. Ancora una volta Francesco ha colto nel segno intuendo la profonda sintonia tra questi due papi santi proprio sul tema del Concilio. Roncalli l'ha voluto, preparato e aperto. Wojtyla vi ha partecipato e l'ha messo in pratica prima nella sua diocesi di Cracovia e poi nella Chiesa universale. Presentandoci questi due santi il Papa ci dice che i frutti del Concilio sono tutt'altro che esauriti".

(Tratto dall'archivio di radiovaticana.va)








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