Le voci dei fedeli in fila, nel pomeriggio, per rendere omaggio alle tombe dei due
Papi in San Pietro
Una lunga coda sotto la pioggia per entrare in una basilica di san Pietro a festa,
aperta dal primo pomeriggio e fino a tarda sera, per visitare le tombe dei due Papi
da oggi santi. E’ ciò che hanno vissuto molti pellegrini dopo la partecipazione alla
Messa, insieme a tanti romani, in mattinata rimasti a casa per far posto a chi arrivava
da più lontano. Dentro a san Pietro uno scorrere continuo davanti all’altare dove
è sepolto Giovanni Paolo II e alla teca dentro la quale è visibile il corpo di Giovanni
XXIII. Ma sentiamo il commento a questa giornata di alcuni di loro, al microfono di
Adriana Masotti:
R. - Io ho
un ricordo particolare di Papa Wojtyla per le lotte che ha sostenuto del sindacato
e dei lavoratori polacchi. Io rappresento i lavoratori della mia azienda e molte volte
me lo sono sentito molto vicino, l’ho sentito vicino alle nostre lotte, alle lotte
dei lavoratori.
R. - E’ stato un grandissimo personaggio che ha cambiato un
po’ le sorti dell’Est Europa. E’ stato lui, al di là di tante altre cose… E’ stato
un personaggio grandissimo!
R. - Hanno attirato molte persone verso la Chiesa
con il loro comportamento: per tutto! Tutti e due.
R. - E’ stata una grandissima
emozione. Io posso parlare per Giovanni Paolo II che ha accompagnato la mia infanzia
fino alla mia adolescenza, alla mia giovinezza. Per me è stato un grandissimo Papa.
Lo porterò sempre nel cuore. Sicuramente!
R. - Noi siamo romani adottivi. E’
un evento fuori dal normale: è una cosa stupenda! Poi io di Papi qui ne ho vissuti
parecchi…
D. - Mi dica una cosa su Giovanni XXIII…
R. - Giovanni XXIII
ha tolto tutto quello che c’era prima, riguardo ai sacerdoti: quella rigidità… E poi
il Concilio Vaticano II dice tutto.
R. - Per me come Papi hanno segnato la
storia del mondo. Il primo Papa Giovanni XXIII è andato in visita alle carceri e Papa
Wojtyla gli è andato dietro… Li hanno già fatti santi, ma non un volta sola, diecimila
volte bisogna farli santi.
D. - Cosa pensa di questa doppia canonizzazione?
R.
- Molto importante! Molto importante la canonizzazione; molto importante per i due
Papi presenti e molto importante Francesco, perché è bravo.
Grandissimo l’entusiasmo
delle migliaia di fedeli presenti alla celebrazione, in particolare quando il Pontefice
a bordo della papa-mobile ha voluto percorrere tutta Via della Conciliazione per salutare
i fedeli, rientrando poi in Vaticano dal Perugino. Ecco alcune testimonianze raccolte
da Giancarlo La Vella:
R. - E’ un momento
storico cui è stato veramente importante partecipare, sia come atto di fede che come
momento di accrescimento personale.
D. - Un tuo ricordo personale, forse più
di Giovanni Paolo II che di Giovanni XXIII: ma forse anche i tuoi genitori ti hanno
parlato del “Papa buono”?
R. - Sì, assolutamente! Era il Papa di mia nonna,
tanto amato dai miei nonni… Nella mia memoria, invece, Giovanni Paolo II come il Papa
della Giornata mondiale della gioventù, cui ho partecipato come volontaria.
R.
- Una bellissima giornata. Veramente stupenda, anche se siamo rimasti fuori… Ma è
stata la stessa cosa. Siamo tutti una sola famiglia. L’importante è esserci! Abbiamo
condiviso questa gioia con tutti. E’ una grande festa!
R. - E’ una giornata
meravigliosa! Io ho vissuto con Papa Wojtyla: quindi un papà, un nonno, un insegnante
di vita.
D. - E di Giovanni XXIII hai qualche ricordo?
R. - Di Giovanni
XXIII ricordo la frase: “Andate a casa, portate una carezza ai vostri bimbi e dite:
questa è la carezza del Papa”, è la carezza di Giovanni XXIII.
R. - Noi siamo
venuti per fede, ma anche per ringraziamento per le grazie che abbiamo ricevuto… E’
un affetto grande!
R. - E’ una giornata stupenda sotto tutti i punti di vista.
Si parla molto del significato della storia, del significato religioso, ma il significato
più importante penso sia quello della fede, della fede di ciascuno di noi. Noi siamo
venuti qui sapendo che non saremmo arrivati - ovviamente! - in Piazza San Pietro,
ma siamo venuti per partecipare. Poi ci gusteremo tutta la cerimonia in un secondo
momento, rivedendola. Intanto, però, è bello essere stati qui e aver vissuto questa
atmosfera. Già stare qui, in una via laterale o parallela di Via della Conciliazione,
è stata già un’esperienza molto bella: sentire questo affetto e questa esperienza
di fede.
R. - Noi ci tenevamo molto a venire qua e abbiamo fatto di tutto per
venirci. Il significato è quello di vedere finalmente due Papi molto importanti per
la storia che sono diventati santi. Questo ci ha dato un’immensa gioia.
D.
- Una santità che siamo riusciti a sperimentare già quando erano in vita…
R.
- Certo! Sicuramente per Giovanni Paolo II già acclamata al momento della morte; così
come per Giovanni XXIII, perché nel breve periodo di Pontificato ha dato una svolta
a tutto il mondo cristiano.
R. - Mi sento molto Chiesa oggi! Giovanni XXIII
ha dato un’impronta alla Chiesa; di Giovanni Paolo II ho sempre ammirato la sua voglia
di proclamare il Vangelo. Secondo me il messaggio che la Chiesa oggi sta trasmettendo
è che la via della santità è possibile in un mondo dove il Vangelo, purtroppo, non
è sempre apprezzato.