Mons. Oder: Karol Wojtyla non è un capitolo chiuso, la sua presenza continua ad ispirarci
“Santo Subito”. Alla vigilia della Canonizzazione di Giovanni Paolo II non può non
tornare alla mente il grido dei fedeli il giorno dei funerali di Papa Wojtyla, l’8
aprile del 2005. Proprio da quell’invocazione muove la riflessione del postulatore
della Causa, mons. Slawomir Oder, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. – Effettivamente
quel giorno, l’8 aprile 2005, fu quasi un’acclamazione secondo le antiche tradizioni
della Chiesa, da parte del popolo che gridava: “Santo! E’ morto un Santo!”. Se inizialmente
forse qualcuno è rimasto meravigliato e stupito dinanzi alla decisione di svolgere
comunque l’inchiesta canonica, oggi penso – a distanza di questi nove anni, ormai
a processo compiuto – che questa sia stata una scelta illuminata dallo Spirito Santo:
un grande dono fatto per la memoria di Giovanni Paolo II e per la Chiesa. Infatti,
quel grido che abbiamo sentito non era soltanto un grido momentaneo, non era un’atmosfera
particolare che si è creata nella città in quei giorni di sofferenza, di lutto ma
anche di una percezione del soffio dello Spirito Santo. Quel grido – “Santo subito!”
– ha la sua consistenza storica, ha un riscontro oggettivo, ha una identità che è
iscritta nella vita di Karol Wojtyla-Giovanni Paolo II, ed è piena di segni, manifestazioni
di questa santità. Vorrei ricordare le parole che ha voluto dire il Papa emerito Benedetto
in occasione del quarto anniversario di morte del suo predecessore, parlando della
casa che si è riempita del profumo di santità. Oggi, quel grido “Santo subito!”, ha
il profumo e la consistenza di una vita vissuta in maniera piena, compiuta secondo
la misura alta della risposta che l’uomo può dare alla chiamata di Dio.
D.
– Cosa l’ha colpita delle migliaia di testimonianze ricevute alla postulazione, testimonianze
che continuano ad arrivare?
R. – Queste testimonianze sono arrivate praticamente
dal primo giorno dell’apertura del processo di Beatificazione e di Canonizzazione,
come risposta all’editto che è stato esposto qui, nella curia di Roma, e a Cracovia
come risposta all’annuncio che è stato diffuso dai media mondiali circa la dispensa
che Papa Benedetto ha voluto concedere per l’apertura del processo. La gente parla
di tante cose; la cosa che mi ha colpito è che Giovanni Paolo II continua ad essere
presente: non è una storia compiuta, un capitolo chiuso, qualcosa demandato ormai
soltanto alla memoria. E’ una presenza che ancora continua ad ispirare molte persone,
una persona che continua a ripetere con l’esempio della sua vita e con il dono di
santità: “Non abbiate paura! Aprite, spalancate le porte a Cristo!”. Questa cosa mi
ha colpito molto moltissimo: come proprio queste parole programmatiche di Giovanni
Paolo II siano state iscritte profondamente nei cuori della gente, e a queste parole
la gente ritorna: ritorna nei momenti di difficoltà, nei momenti di problemi che affronta
ogni uomo che è in cammino su questa terra. Sono parole che incoraggiano, perché non
sono rimaste solo le parole dell’inizio del Pontificato, ma sono parole confermate
da una vita vissuta, concreta, una vita che ha fatto sì che Giovanni Paolo II sia
entrato nella nostra vita e la accompagni. E proprio questa presenza viva è la cosa
che mi ha colpito di più nelle testimonianze che sono arrivate all’ufficio.
D.
– “I miracoli li fa Dio: io lo prego soltanto”, diceva Giovanni Paolo II. Ora questa
sua forza di intercessore è ancora più grande. Verrà dunque invocato, se possibile,
ancora di più. Anche il suo lavoro continua?
R. – Il mio lavoro è essenzialmente
legato al processo canonico. Ho ricevuto il mandato di postulatore nel processo di
Beatificazione e di Canonizzazione. Con il rito della Canonizzazione, il mio mandato
bisogna considerarlo compiuto. Certamente, ci sarà ancora il lavoro di segreteria,
perché le persone continuano a scrivere, a segnalare le storie personali però io penso
che prima o poi sarà necessario spostare il centro di questa "segreteria personale"
di Santo Giovanni Paolo II altrove. Noi sappiamo che a Cracovia è sorto uno straordinario
Centro dedicato proprio alla spiritualità e alla memoria di Giovanni Paolo II, “Non
abbiate paura!”. Io suppongo che questo sarà poi il luogo dove dovranno confluire
tutte le segnalazioni riguardanti l’opera di questo grande intercessore presso Dio.