Canonizzazioni. I volontari in servizio a San Pietro: attenzione e dedizione
Alla vigilia della Canonizzazione dei Papi a piazza San Pietro c’è un grande fermento,
il clima che si respira è quello della gioia delle migliaia di fedeli che già stanno
invadendo Roma, ma accanto ai pellegrini ci sono, già al lavoro dall'alba, 26 mila
volontari pronti ad ogni necessità ed intervento, dalla distribuzione dell’acqua fino
al soccorso. Le loro testimonianze in questo servizio di Cecilia Seppia:
Accanto ad alcune
migliaia di agenti delle Forze dell’ordine, da questa mattina alle 5, Protezione Civile,
Unitalsi, Croce Rossa, Ares 118, l’Ordine dei Cavalieri di Malta, i volontari della
Misericordia e tanti, tanti altri. Un vero e proprio esercito pronto a fronteggiare
un evento come la Canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II che per qualche
ora renderà ancora di più Piazza San Pietro il centro del mondo. Arrivano da ogni
parte d’Italia e hanno ambiti di intervento diversi, dalla distribuzione dell’acqua,
al pronto soccorso, dall’assistenza ai disabili, alle mamme, ai bambini, fino alle
informazioni di carattere logistico per i turisti e gli stranieri, ma tutti condividono
lo spirito del servizio:
R. – Sono della Protezione Civile... Credo sia necessario
avere un grande senso di responsabilità, ma soprattutto di grande collaborazione.
Credo anche che lo spirito di sacrificio di tutti i volontari sia una componente valida.
La solidarietà viaggia anche attraverso questi canali, anche attraverso il fatto di
indossare divise di colori diversi, pur condividendo uguali valori e uguali principi.
R.
– Siamo dell’Unitalsi, della Sottosezione di Roma. Ci stiamo organizzando come meglio
possiamo per poter assistere in particolar modo i disabili, perché loro sono quelli
più indifesi e noi cerchiamo in ogni modo di regalare loro un minimo di gioia, di
solidarietà trattandoli normalmente, senza far loro pesare la loro disabilità.
R.
– Volontariato è fare qualsiasi cosa. Sicuramente, stare qui per noi è molto importante.
In realtà, noi lo consideriamo un premio.
D. – Voi siete…?
R. – Misericordia
di Portoferraio.
D. – Arrivate direttamente dalla Toscana?
R. – Sì.
Veniamo dall’Isola d’Elba, siamo partiti questa mattina con la prima nave…
D.
– Diciamo che ci saranno molti interventi da fare, ognuno ha le proprie specificità:
quali sono le vostre?
R. – Noi facciamo pattugliamento a piedi, con lo zaino
“Bls” in soccorso, se qualcuno si sente male – speriamo di no…
D. – In voi
volontari della Misericordia, che emozione, che sentimento c’è?
R. – Eh, l’emozione
è forte, è forte veramente, non ci sono parole.
R. – Noi siamo della Croce
Rossa italiana... Ci occuperemo fondamentalmente dei "codici verdi", "gialli" e "rossi".
L’obiettivo quindi è quello di gestire qualsiasi situazione venga a crearsi in emergenza,
durante questo evento. Naturalmente, siamo dotati anche di ambulanze, per cui qualora
non fosse sufficiente il nostro intervento sul posto, potremo comunque demandare a
una struttura ospedaliera o comunque a un pronto soccorso di primo e di secondo livello,
qualora fosse necessario. Sicuramente questa è un’occasione particolare e sicuramente
è un’occasione storica. Però, l’impegno che ci stiamo mettendo è quello che ci abbiamo
sempre messo.
R. – Noi ci occupiamo del “Punto-mamma”, diamo sostegno e appoggio
alle mamme con i bambini piccoli, quindi abbiamo una piccola nursery con tanto
di cambio pannolini, scalda-biberon, acqua, per far fronte a tutte le necessità che
ha un neonato.
D. – Voi già rendete un servizio importante, però farlo nell’ottica
di questa giornata di domani, della Canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni
Paolo II, sicuramente assume un valore diverso…
R. – Si, ci riempie di orgoglio,
in realtà, essere chiamati qui, sul posto, per noi è qualcosa di eccezionale, anche
perché possiamo mostrare cosa la Croce Rossa italiana in realtà fa, in questo momento
in modo particolare. E noi, come volontari, siamo pieni di orgoglio, perché siamo
qui.
D. – Non c’è magari un po’ di rammarico nel dover stare "nelle retrovie",
come dire, in un momento come questo?
R. – Assolutamente no. Anche perché io
penso che, come Papa Bergoglio, anche Papa Giovanni Paolo II aveva un occhio di riguardo
per i volontari. Quindi noi sappiamo che lui con il cuore sta qui.
D. – Quali
sono le caratteristiche che deve avere un volontario che si trova a dover lavorare,
agire, fare servizio in un contesto come questo?
R. – Amore, disponibilità,
volontà e tanta, tanta umiltà.