Benedetto XVI concelebrerà con Francesco la Messa di Canonizzazione dei due Papi
Benedetto XVI concelebrerà con Papa Francesco la Messa di Canonizzazione dei due Papi,
in Piazza San Pietro. L'annuncio, molto atteso, è stato dato da padre Federico Lombardi,
all'inizio dell'ultimo briefing in Sala Stampa vaticana, alla vigilia dello storico
evento di questa domenica. Il briefing ha avuto come relatori Marco Roncalli, storico
e pronipote di Giovanni XXIII, e il prof. Stanislaw Grygiel,docente emerito
di Antropologia filosofica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi
su matrimonio e famiglia, amico e collaboratore di Papa Wojtyla, fin da quando era
arcivescovo di Cracovia. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Benedetto XVI
concelebrerà la Messa di Canonizzazione dei due Papi. All’ultimo briefing in Sala
Stampa alla vigilia del grande evento, padre Federico Lombardi ha esordito
con l’annuncio di questa partecipazione, attesa da moltissimi fedeli, che rende ancora
più straordinaria la già storica giornata di quesat domenica:
"Il Papa emerito
Benedetto XVI ha accettato l’invito e ha comunicato a Papa Francesco che sarà presente
... alla celebrazione e che concelebrerà: quindi sarà anche concelebrante, il che
non vuol dire che vada all’altare. Verosimilmente, i cardinali Sodano e Re e poi il
cardinale Dziwisz, il cardinale Vallini e il vescovo di Bergamo, questi saranno all’altare.
Il Papa emerito, invece, sta con i cardinali e vescovi sulla sinistra del sagrato
e saremo tutti lieti di avere la sua presenza".
Il direttore della Sala
Stampa vaticana ha quindi reso noto che a portare la reliquia di San Giovanni Paolo
II, durante la celebrazione, sarà la signora Floribeth Mora Diaz, la seconda persona
miracolata da Karol Wojtyla, e con lei ci sarà anche la sua famiglia. Per quanto riguarda
invece San Giovanni XXIII, a portare in processione le sue reliquie saranno i quattro
nipoti, il sindaco di Sotto il Monte, Eugenio Bolognini, e il presidente della Fondazione
Giovanni XXIII, don Ezio Bolis. La prima miracolata da Papa Wojtyla, suor Marie Simon-Pierre,
invece, leggerà la preghiera dei fedeli in lingua francese prevista per la celebrazione.
Padre Lombardi ha quindi dato informazioni sulla venerazione alle tombe dei due nuovi
Santi, nella Basilica vaticana:
“Comincerà al più presto possibile dopo
la fine della celebrazione, quindi verosimilmente intorno alle ore 14 di domenica,
e potrà andare avanti fino alle 10 di sera della domenica. I pellegrini troveranno
già la nuova lapide all’altare di Giovanni Paolo II: non c’è più ‘Beatus’, ma c’è
‘Sanctus’”.
Il Papa, ha detto ancora padre Lombardi, saluterà sul sagrato
le delegazioni ufficiali. Durante questo momento un ragazzo italo-argentino figlio
di migranti canterà la poesia di Giovanni Paolo II intitolata “Cerca la pace”. Questo
giovane cantante è stato, inoltre, nominato dal premio Nobel per la pace, Pérez Esquivel,
ambasciatore di pace proprio per la canzone composta sul testo di Karol Wojtyla. Padre
Lombardi ha, inoltre, confermato che lunedì mattina, in Piazza San Pietro, il cardinale
Angelo Comastri presiederà una Messa di ringraziamento per i pellegrini polacchi,
in particolare per Giovanni Paolo II, mentre i fedeli bergamaschi potranno partecipare
ad una Messa di ringraziamento per Giovanni XXIII nella chiesa romana di San Carlo
al Corso. Dopo le informazioni, offerte da padre Lombardi, è stata dunque la volta
dei relatori. Il pronipote di Giovanni XXIII e storico, Marco Roncalli, ha
ricordato che Giovanni Paolo II definì il Concilio Vaticano II “la massima grazia
del XX secolo” e ha quindi rammentato che il “Papa buono” ha voluto che il Concilio
avesse soprattutto una dimensione spirituale con tre aspetti, apertura della Chiesa
al mondo moderno, ricomposizione dell’unità dei cristiani, promozione della giustizia
e della pace:
“Per risolvere anche i problemi che si affacciavano al tavolo
di Giovanni XXIII, lui non fa altro che ricorrere alla sua idea di una Chiesa che
gli appare sempre un giardino e non un museo da ringiovanire. E diciamo che per aiutare
questo progresso non deve inventare cose nuove: ci sono già gli strumenti dentro la
dinamica della storia, c’è già lo strumento del Concilio e sa quanto può essere efficace”.
Marco
Roncalli ha sottolineato la forte componente di libertà che ha contraddistinto i lavori
del Concilio, proprio come voleva Giovanni XXIII. Quindi, ha risposto ad una domanda
sulla doppia canonizzazione, se questa togliesse un po’ di visibilità a Papa Roncalli:
“Questo
non è mica un superpremio che diamo a degli eroi: questa è una provocazione forte!
Mi vengono in mente le parole di Xavier Léon-Dufour, che diceva: 'Fare un santo vuol
dire anche fare un appello, fare una provocazione'. Questa stessa domanda me l’hanno
fatta a Varsavia, la settimana scorsa, e mi dicevano: 'Ma non teme che uno oscuri
l’altro?'. Vorrebbe allora non aver capito il senso di questo legame, che è appunto
il Concilio Ecumenico Vaticano II".
Dal canto suo, il prof. Stanislaw
Grygiel, amico e collaboratore di Karol Wojtyla, ha messo l’accento sulla
libertà, l’amore per la verità e la povertà che hanno contraddistinto la vita e il
ministero di Giovanni Paolo II. E ha sottolineato che proprio perché era un uomo libero
non aveva paura:
“Si capisce perché alla domanda ‘Se la Bibbia fosse destinata
alla distruzione e se potesse salvarne una frase, quale sceglierebbe?', Giovanni Paolo
II rispose: 'La verità vi renderà liberi'. Allo stesso tempo, egli sapeva bene che
la verità non è comoda, anzi spesso è mortalmente pericolosa! Egli presentiva l’attentato:
ricordo bene un colloquio nel ’79, dopo la Messa sul Monte Cassino, dove era stato
arrestato un uomo che cercava di avvicinarsi a lui, mi guardò e disse: 'Sì, già mi
cercano!'".
Quindi, ha messo l’accento sul grande amore di Giovanni Paolo
II per la famiglia e per il matrimonio:
“Giovanni Paolo II ripeteva sempre
a noi: 'Laddove deperiscono i matrimoni e le famiglie, privi dell’amore per sempre,
deperiscono le nazioni e le società; deperisce anche la Chiesa! Colui che cerca di
distruggere la società e la Chiesa comincia ad attaccare il matrimonio e la famiglia:
deve cercare cioè di distruggere l’amore con il quale la persona si affida ad un’altra
persona per sempre!'".
Infine, il prof. Grygiel ha auspicato che venga
ripresa e approfondita l’antropologia di Karol Wojtyla che, ha detto, vede sempre
l’uomo nella relazione con Dio, anche contro quelle seduzioni della cultura postmoderna
che vorrebbe mettere l’uomo al posto del suo Creatore.