2014-04-25 13:02:01

Il presidente Napolitano per il 25 aprile: valori della Resistenza irrinunciabili


Manifestazioni in tutta Italia per le celebrazioni del 25 aprile per ricordare la liberazione dai nazifascisti. A Roma, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deposto una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria. In un tweet il premier Renzi ha ringraziato quelli che ha chiamato “i ribelli di allora”. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Sono le 9 di mattina quando all’Altare della Patria, il presidente Napolitano e una consistente delegazione del governo, tra cui il premier Renzi, rendono omaggio al Milite Ignoto. Per Roma sfila anche un corteo, che fa registrare un aspro battibecco tra manifestazioni pro Palestina e pro Israele. Poco dopo al Quirinale, il capo dello Stato riceve le associazioni che hanno combattuto 69 anni fa. Il capo delle Stato ricorda che i valori della Resistenza sono incancellabili, rende onore ai due marò “ingiustamente trattenuti” in India, e dice no a decisioni sommarie sui tagli alla Difesa. Parole condivise dal ministro della Difesa Pinotti. A da Marzabotto, dove i nazisti uccisero oltre 1800 civili, la presidente della Camera Boldrini, invita a rispettare le istituzioni. Ma perché ancora oggi ricordare la Resistenza? Bartolo Ciccardini, presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani:

R. – L’Italia si trovò in una situazione di crisi spaventosa e seppe ritrovare le energie per rinascere proprio dalla resistenza, ma non dico la Resistenza con la r maiuscola, ma dalla resistenza quotidiana, con cui affrontò la vita di quei giorni, una vita disperata, difficilissima. E questa capacità di stare assieme, avere la pietas cristiana, la necessità di salvare i rifugiati, difendere i profughi, dare vestiti a chi non li aveva, dare da mangiare a chi non aveva da mangiare, fu la ragione per cui l’Italia ritrovò se stessa.

D. – In sostanza, una voglia di essere uniti e di ritrovare il collante del popolo italiano?

R. – Il 25 aprile in questo è una data laica, perché ricorda un episodio nazionale cui parteciparono tutti, ma c’è un’identità cristiana. Pensiamo, infatti, che 700 sacerdoti caddero nella Resistenza, e caddero non perché fossero l’opposizione, ma perché erano i capi naturali della popolazione.

D. – Lei ha accennato al valore e all’apporto dato dai cristiani, perché spesso non si conosce. Spesso la Resistenza viene accomunata a quelle brigate, che poi si rifacevano ad ideologie di sinistra, estrema spesso...

R. – C’è una storiografia, che sopravvaluta le azioni armate, quelle che erano organizzate ideologicamente. Innanzitutto, anche la partecipazione armata dei cattolici, come numero, fu superiore a quelle delle Brigate Garibaldi. Le stesse Brigate Garibaldi non erano composte da soli comunisti. I cattolici, in quel momento, non si manifestavano con un’ideologia politica, ma erano presenti nella loro natura, che era quella di cercare di mantenere la vita civile, difendere la resistenza alle barbarie. Cercarono di opporsi anche alle forme troppo disumane delle azioni di resistenza.







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