Crisi Ucraina. Mosca non esclude l'uso delle armi. Obama: La Russia non rispetta gli
accordi di Ginevra
“La Russia non rispetta l’accordo Ginevra”. Così il presidente statunitense Obama,
da Tokyo, sulla crisi in Ucraina. Intanto è allarme sul fronte energia, si ipotizza,
per il 28 aprile prossimo, un trilaterale tra Ue, Russia e Ucraina, per affrontare
il nodo dei rifornimenti di gas. E mentre Mosca lancia un nuovo duro monito, i separatisti
filo-russi fronteggiano l’offensiva militare di Kiev. Massimiliano Menichetti:
"Non
pensiamo che la soluzione militare sia la risposta giusta, continuiamo a lavorare
sul fronte diplomatico" il Capo della Casa Bianca, Obama, torna così, in conferenza
stampa a Tokyo, dove si trova in visita ufficiale, a parlare della crisi in Ucraina.
Il presidente Usa ha di nuovo ipotizzato "ulteriori sanzioni" per la Russia, accusata
di appoggiare i rivoltosi dell’est Ucraina e di non rispettare gli accordi di Ginevra.
Il tavolo, che si è tenuto il 17 aprile scorso, tra Usa, Ue, Ucraina e Russia, prevede
il disarmo delle milizie separatiste ed il rilascio degli edifici pubblici occupati,
in una decina di città, nell’Ucraina Orientale. E mentre è in corso la nuova offensiva
militare di Kiev, proprio contro i russofoni, è proprio Mosca ad alzare i toni, evocando
la guerra del 2008 in Georgia se “saranno toccati” i suoi interessi. In questo scenario
il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, riferendosi alle presidenziali in
Ucraina, del 25 maggio, parla di iniziativa deleteria se non verranno consultati prima
i filo-russi. Intanto le imponenti truppe moscovite schierate al confine con l'Ucraina
stanno conducendo esercitazioni militari nella regione di frontiera di Rostov, mentre
una compagnia di 130 soldati americani è arrivata in Polonia dopo la decisione di
Washington di rinforzare l’impegno nella regione.
Per un'analisi della
situazione abbiamo intervistato Sandro Teti, esperto dell’area, autore ed editore
del libro: “Julija Timošenko, la conquista dell’Ucraina”: R. – E’ un’escalation
pericolosa che comunque non porterà in alcun modo all’attacco della Russia, non porterà
in alcun modo ad un intervento militare statunitense o della Nato: questo è stato
più volte da loro ribadito. Bisogna pacificare il Paese, pacificarlo non con le armi.
Quindi, o si garantisce ampia autonomia a tutti, attraverso una nuova costituzione
federalista, oppure bisognerebbe pensare a un Paese perennemente instabile, dove forse
sarebbe meglio che la parte orientale si stacchi e il resto del Paese – divenuto a
questo punto più omogeneo – possa decidere se entrare o meno nell’Unione Europea. D.
– Sia gli Stati Uniti, sia l’Unione Europea minacciano nuove sanzioni nei confronti
della Russia… R. – Io credo che le sanzioni siano un boomerang, soprattutto per
l’Europa, molto meno per gli Stati Uniti, perché noi importiamo da un lato il gas
ma soprattutto vedremmo, con queste sanzioni, un pesante ridimensionamento delle esportazioni
verso la Russia. D. – Anche per capire la composizione dell’Ucraina: lei la divide,
in sostanza, in quattro parti… R. – Gli ucraini occidentali fino al 1945 non hanno
fatto parte dell’Unione Sovietica: il loro sguardo è rivolto più all’Europa, per loro
sarebbe naturale un’entrata nell’Unione Europea. Poi, abbiamo quella parte dove c’è
Kiev, la parte più continentale del Paese: c’è molto bilinguismo, si parla russo e
si parla ucraino. Poi, la parte meridionale, la zona costiera con Odessa, che è di
lingua prevalentemente russa, molto meno schierata con una parte o con l’altra, e
poi abbiamo la parte orientale, quella che adesso è teatro di questi scontri, vicina
invece alla Russia e che guarda alla Russia. Molti sono proprio russi, non filorussi:
sono russi etnici. D. – Lei ribadisce una situazione in cui si stanno usando due
pesi e due misure. Perché? R. – Per esempio, il fatto del disarmo delle milizie
in Ucraina orientale: bene, nel cuore della capitale ci sono ancora milizie che non
sono state disarmate. Quindi, la situazione è più complessa rispetto a quella che
viene riportata dai media italiani ed europei. D. – Anche nell’informazione sembrerebbe
essere in atto uno scontro tra Kiev e Mosca… R. – Sì, c’è questa lotta importantissima,
con una copertura mediatica impressionante, continua, sui canali “All News Russia”,
su tutti gli altri canali che vengono visti lì. E' altrettanto vero che dall’altra
parte c’è una speculare e feroce propaganda antirussa sui canali ucraini. Una lotta
alla quale entrambi i contendenti stanno dedicando grandi risorse.