Briefing per i giornalisti su vita e ministero petrino di Giovanni XXIII
In vista delle canonizzazioni di domenica, al Media Center allestito nell’atrio dell’Aula
Paolo VI in Vaticano, si è tenuto un briefing sulla vita e il ministero petrino di
Giovanni XXIII. L’ha seguito per noi Paolo Ondarza:
La vita di un
santo raccontata attraverso la storia di chi ne ha approfondito lo studio o i ricordi
di chi ne ha condiviso la vita privata. Mons.Battista Angelo Pansa
ricapitola la vicenda terrena di Roncalli: da quando, giovane seminarista, confidava
ai genitori di voler diventare prete “non per comodità o per far soldi, ma per per
fare del bene alla povera gente”, fino al momento in cui, in punto di morte, pronunciò
la preghiera del Seminario Romano: “Mater mea, Fiducia Mea”. Un pontificato provvidenziale
quello di Roncalli – secondo mons. Pansa - scandito da tanti fuoriprogramma come
la visita agli ospedali romani o al carcere di Regina Coeli, o l’ispirata decisione
di indire il Concilio Vaticano II, preceduta dal memorabile viaggio in treno ad Assisi
e Loreto nel 1962:
"E’ stata la prima volta che un Papa , dopo la breccia
di Porta Pia e dopo la fine del potere temporale dei Papi, è uscito in territorio
italiano. Quasi a dire: la questione romana è chiusa, guardiamo avanti!".
Mons.
Pansa ricorda l’impegno di Giovanni XXII per la pace. Dal messaggio diffuso attraverso
la Radio Vaticana il 25 ottobre 1962 per evitare la terza guerra mondiale, alla Pacem
in terris, fino al commovente incontro in Vaticano con Rada Krusciov, figlia dell’allora
leader sovietico. Quest’ultima, in seguito, visitando la Casa Bianca, resterà colpita
riconoscendo tra gli oggetti esposti dai Kennedy un rosario identico a quello regalatole
anni prima da Roncalli:
"Con un rosario intendeva unificare l'Oriente e
l'Occidente… quasi una preghiera a Maria, perché la devozione a Maria, Giovanni XXIII
la imparò da giovane: fin dai tempi del Seminario Romano la Madonna della Fiducia
l'accompagnò sempre. Il rosario che ha unito la Casa Bianca con il Cremlino".
Dietro
alla grande storia c’è anche la quotidianità semplice di un santo. Ne è stato testimone
Guido Gusso, aiutante di camera di Angelo Roncalli fin dai tempi in cui era
Patriarca di Venezia:
"Appena eletto Papa tutti mi dicevano: vai ad inginocchiarti
da lui! Il Papa quel pomeriggio e quella sera lo ha sopportato. Poi il giorno dopo
mi ha preso per mano e mi ha detto: facciamo un patto noi due, tu mi baci l'anello
la mattina e mi dai il buongiorno; mi baci l'anello la sera e mi dai la buonanotte,
ma se ti devi inginocchiare, inginocchiati davanti al Santissimo!".