Somalia. Islamisti di al-Shabab uccidono due deputati
Il gruppo di miliziani somali di al-Shabab, gruppo legato ad al-Qaeda, ha rivendicato
i due attentati avvenuti nelle ultime 24 ore a Mogadiscio, nei quali hanno perso la
vita due deputati. I terroristi hanno minacciato di uccidere tutti i parlamentari
somali, perché li considerazione al "servizio degli stranmieri". Alessia Carlozzo
ha intervistato Enrico Casale, esperto di Africa della rivista dei Gesuiti
Popoli, che ha spiegato come entrambe le uccisioni siano un segnale di come la forza
del gruppo terroristico somalo non sia assolutamente diminuita:
R. – C’era una
sorta di propaganda che vedeva gli al-Shabab in ritirata ed un governo legittimo in
grado di prendere sempre più porzioni del loro territorio. In realtà, è vero che ci
sono state delle offensive da parte del governo, è vero che queste offensive del governo
hanno strappato piccole porzioni di territorio agli al-Shabab, ma è altrettanto vero
che al-Shabab mantiene una presa sul Paese ancora molto forte. Questi due attentati
lo dimostrano, anche perché si dice che il governo non riesca ancora a controllare
l’intera capitale Mogadiscio.
D. – Quali sono le misure che in qualche modo
il governo somalo sta cercando di attuare?
R. – Intanto, il governo somalo
è sostenuto da milizie che si stanno formando anche grazie all’intervento dell’Occidente.
La stessa Italia ha fornito i propri militari per formare i miliziani che sostengono
il governo in modo tale da creare un nucleo dell’esercito somalo che possa contrastare
in modo efficace la milizia al-Shabab. In realtà, però, senza il sostegno dell’Etiopia,
del Kenia e delle stesse potenze occidentali come l’Italia, difficilmente il governo
riuscirebbe a contrastare in modo efficace l’avanzata degli Al Shabab.
D. –
Considerando la complessa situazione politica del Paese, qual è la situazione nella
quale si trova la Somalia al momento? E quali sono le prospettive future?
R.
– La Somalia in questo momento è governata da un esecutivo di transizione sostenuto
dalle potenze occidentali. Tutta la comunità internazionale sostiene questo governo
– compresa l’Unione Africana – nella speranza che si possa ripristinare un’autorità
legale su tutta la Somalia, almeno per quanto riguarda la parte meridionale, lasciando
perdere per il momento il Somaliland che è indipendente anche se non è riconosciuto
da nessuna potenza e il Puntland che è semi-autonomo. Detto questo, la sfida contro
gli al-Shabab come dicevo prima è ancora molto difficile. Gli al-Shabab sono legati
alla rete di Al Qaeda e ricevono cospicui finanziamenti da parte dei Paesi del Golfo.
Quindi, la battaglia è tutt’altro che vinta da parte del governo di transizione. E'
una battaglia ancora molto lunga che probabilmente passerà attraverso altri attentati
come quelli che abbiamo visto in questi giorni.