Massacri interetnici in Sud Sudan: civili trucidati in una moschea e alcune chiese
Ha destato orrore in tutto il mondo la notizia giunta ieri dal Sud Sudan: 200 persone
massacrate in una moschea nello Stato settentrionale di Unity. Non è l’unico episodio
di sangue: i miliziani, fedeli all’ex vicepresidente Riek Machar, di etnia nuer, nei
giorni scorsi hanno trucidato centinaia di civili appartenenti all’etnia dinka in
vari punti della città di Bentiu. L’Onu ha condannato fermamente l’accaduto, parlando
senza mezzi termini di “crimini contro l’umanità”. Il servizio di Giulio Albanese:00:00:57:79
La
notizia ha scosso le diplomazie di mezzo mondo e suscitato l’indignazione dell’opinione
pubblica internazionale. La denuncia viene dalle Nazioni Unite, precisando che solo
nelle violenze avvenute nella moschea Kali-Ballee sono state uccise più di 200 persone
e ferite 400. Decine di persone hanno poi subito la stessa sorte all’interno di chiese
(una anche cattolica), ospedali e in un compound del Programma alimentare mondiale.
Come se non bastasse, i ribelli hanno anche diramato un dispaccio ad una radio locale,
incitando alla violenza contro donne e bambini. I caschi blu sono riusciti a trarre
in salvo circa 500 persone, bloccate in un ospedale, e ne hanno scortate diverse altre
centinaia fino a una base Onu, dove attualmente hanno trovato rifugio circa 12mila
civili.