2014-04-22 16:42:51

Il cardinale Parolin: il Papa interverrà ogni volta che la pace è minacciata


Il Papa “agirà con la parola, intervenendo ogni volta che la pace è minacciata”. Lo afferma il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, in un’intervista pubblicata nel libro "I Papi della pace. L’eredità dei santi Roncalli e Wojtyła per Papa Francesco" di Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni. In uno stralcio dell’intervista pubblicata dall’Osservatore Romano, il porporato afferma che Francesco interverrà “senza curarsi del rischio di venire strumentalizzato, e soprattutto indicando le cause della violenza e delle guerre. Lo farà testimoniando l’amore alla pace anche con la sua eventuale presenza, magari improvvisata, sui luoghi dei conflitti”.

Il cardinale fa notare che “Papa Francesco seguirà la propria sensibilità e troverà anche in questo campo i gesti più efficaci e forse sorprendenti (per non dire “inquietanti” agli occhi di qualcuno, che amerebbe il “si è sempre fatto così”), per far sentire la sua presenza e la sua sollecitudine per la pace”.

Poi, un accenno al viaggio del Papa in Terra Santa a maggio. Secondo il cardinale segretario di Stato, "ogni Papa che si reca in Terrasanta lo fa come 'pellegrino di pace' e non può essere diversamente. Evidentemente il viaggio verrà letto anche in chiave politica e non mancherà chi vorrà utilizzarlo per la propria causa. Ma pur usando tutta la prudenza possibile, non si deve aver paura che un segno di pace venga letto in modo deformato. Non si dice nulla di nuovo affermando che l’interminabile conflitto nella Terrasanta ha creato una situazione di perenne instabilità, non solo nella regione, simbolo di un’incapacità di realizzare una vera pace. Se il viaggio del Papa potesse aggiungere un tassello alla costruzione di questa pace, sarebbe già valsa la pena di recarsi in quella regione martoriata. Il nome di Gerusalemme significa 'città della pace'. Purtroppo sembra essere diventata il simbolo di conflitti e di una guerra senza fine".

Da questo punto di vista, aggiunge il cardinale Parolin, "l’Onu è un organismo benemerito e, nonostante i suoi limiti, è meglio che ci sia piuttosto che non ci sia". Ma, conclude il porporato, "avrebbe ormai bisogno di una riforma, da più parti invocata, ma non facile da realizzare. Il mondo è molto cambiato da quando venne creata alla fine della seconda guerra mondiale. Non è facile darle un potere effettivo per poter mantenere la pace (la sua missione fondamentale!), senza che il potere sia di fatto soltanto nelle mani di alcuni Paesi. Una vera Onu forte, ma democratica, sarebbe una benedizione per tutti".







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