Si celebra oggi la Giornata della Terra: l’appuntamento di quest’anno è dedicato alle
“green cities”, le città verdi, con l’obiettivo di promuovere politiche ambientali
più efficaci per le metropoli che accolgono ormai oltre la metà della popolazione
mondiale. Alessia Carlozzo ha intervistato Andrea Masullo, presidente
del Comitato Scientifico di Greenaccord, sull’attuale stato di salute della Terra:
R. – Come richiamano
anche gli ultimi rapporti sui cambiamenti climatici, la situazione è molto preoccupante,
soprattutto per quello che stiamo preparando per il prossimo futuro. Diciamo che tutti
i parametri relativi alla salute del pianeta muovono verso criticità estreme, se pensiamo
sia alla deforestazione sia alla perdita di biodiversità, ma soprattutto se guardiamo
alle prospettive che ci presentano i rapporti sui cambiamenti climatici. Quindi, ci
stiamo preparando a decenni di difficoltà. Siamo ancora in tempo a fermarci e a cambiare
direzione.
D. – Temi dibattuti come la green-economy e la sostenibilità
non sempre rientrano tra le priorità dell'agenda politica. Quali sono le conseguenze
più evidenti di questa mancanza, e quali – invece – dovrebbero essere le misure da
adottare in campo economico, ma non solo?
R. – E’ chiaro che non è un caso
che nascano queste criticità ambientali. Il processo economico, soprattutto nella
sua fase più recente, è entrato in conflitto con la natura. Green-economy –
economia sostenibile: io preferisco questo secondo termine perché è più ampio e comprende
di più anche la qualità della vita dell’uomo su questo pianeta, è la risposta alla
necessità di far cambiare rotta all’economia. Noi viviamo in un’economia individualista,
in cui sia i singoli sia i gruppi sia le Nazioni cercano di accaparrare risorse sempre
più scarse. E quindi, è un’economia in conflitto con la natura e fa suscitare anche
conflitti, regionalismi e nazionalismo. Ecco, in qualche modo la chiave è siglare
un nuovo patto con la natura, far pace con il pianeta e quindi costruire una prospettiva
di benessere per tutti.
D. – L’edizione 2014 della Giornata della Terra è incentrata
sulle cosiddette green cities. L’obiettivo è aiutare le città di tutto il mondo
a diventare più ecosostenibili, intervenendo su tre fattori chiave: gli edifici, l’energia
e i trasporti. Come bisognerebbe intervenire per attuare tali modifiche?
R.
– E’ chiaro che con i fenomeni di urbanizzazione globali, ma che i Paesi industrializzati
hanno vissuto prima, e che ormai sono il fenomeno più importante per la qualità della
vita, la città diventa l’elemento di criticità maggiore. Quindi, partendo dalla città
si risolvono gran parte dei problemi ambientali. La qualità della vita nella città
dipende molto da come usiamo l’energia; la qualità dell’aria dipende dai nostri comportamenti.
Sicuramente, anche l’intasamento delle nostre città, i trasporti che rendono difficoltoso
muoversi, socializzare, il trasporto privato che occupa tutti gli spazi, che rende
difficile la vita soprattutto alle persone disabili e alle persone anziane, è uno
dei temi più importanti che dobbiamo affrontare. Partiamo da questo per vedere il
modo di vivere, il modo di consumare e quindi cercare di conciliare l’economia umana
con l’economia della natura. Sicuramente in Italia si può fare molto. Una delle chiavi
di soluzione della questione ecologica è proprio questa: partire dal migliorare la
situazione nelle nostre città.