Il Lunedì dell'Angelo, don Maspero: la Pasqua è un'occasione per essere vicini alle
persone che amiamo
Il Lunedì dell'Angelo ricorda l’incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro,
dove Gesù era stato sepolto. Il racconto appare nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca.
Ce ne parla don Giulio Maspero, docente di teologia alla Pontificia Università
della Santa Croce, al microfono di Federico Piana:
R. - La cosa
bella è vedere il realismo di questa narrazione, come anche il narrare a partire dal
cuore di queste donne, che sono spaventate, vogliono andare al sepolcro, vogliono
prendersi cura del Corpo di Gesù dopo la Crocifissione e dopo la sepoltura, che è
dovuta avvenire in modo veloce, perché arrivava il sabato e gli ebrei non potevano
il sabato fare certi lavori e non potevano neanche muoversi molto da casa… Appena
possono, passato il sabato, la mattina presto si recano al sepolcro, col cuore gonfio
per il desiderio di un ultimo gesto d’amore nei confronti del Signore. Arrivano al
sepolcro ed è bello quello che dice il Vangelo - e a me incoraggia tantissimo - che
loro non sanno chi sposterà la pietra dal sepolcro. E’ molto bello vedere come l’affetto,
la speranza e l’amore siano sempre premiati: arrivate al sepolcro, trovano che un
angelo del Signore è disceso dal cielo, si è avvicinato al sepolcro e ha rovesciato
la pietra. A me colpisce sempre, quando leggo Matteo, che racconta questo particolare:
“Vi si mise a sedere sopra”. Sposta il pietrone e poi ci si siede sopra come vincitore.
Questo mi aiuta molto a pensare alle pietre delle mie paure, delle mie preoccupazioni,
dei miei scoraggiamenti e come il Signore mandi il suo angelo e ci pensa lui. Quindi
la speranza e l’amore di queste donne vengono premiati!
D. - Che cosa ci può
insegnare questo episodio del Vangelo?
R. - Lo stesso Lunedì dell’Angelo è
il desiderio della Chiesa di sottolineare l’importanza dell’amore per il Corpo di
Gesù, dell’amore per l’umanità: in fondo questo episodio evangelico avviene la Domenica
di Pasqua, il primo giorno della settimana, però tutta l’Ottava di Pasqua è come fosse,
in un certo senso, un unico giorno di festa. Quindi la Chiesa mette una luce che illumina
queste donne con il loro amore. Lo vediamo nell’episodio della Maddalena - la Maddalena
è una di queste donne - che con le altre donne vanno ad annunciare che Gesù è Risorto.
Si vede che Pietro e Giovanni arrivano al sepolcro e capiscono che Cristo è ristoro
per come sono poste le bende: non erano state svolte le bende, ma si vede che Cristo
doveva essere uscito dalle bende che lo tenevano, e se ne vanno… Invece alla Maddalena
non interessa niente l’informazione che Gesù è risorto. Lei ha una sola cosa in testa:
hanno portato via il Signore e non sappiamo dove lo hanno posto! Lei cerca il Corpo,
lei cerca la relazione con Gesù, lei cerca il contatto. Non le basta sapere che, in
generale, è risorto: lei vuole incontrarlo! E penso che questo sia un qualcosa di
cui noi abbiamo moltissimo bisogno: in qualche modo i nostri rapporti rischiano di
essere molto formali; siamo giudicati molto sull’apparenza, sull’aspetto; abbiamo
molte relazioni virtuali e rischiano così di perdere le relazioni vere, che avvengono
attraverso il corpo. E Dio ama il corpo: lo ha creato! Dio è materialista: c’è un
santo nel secolo XX, San Josemaria, che parlava di “materialismo cristiano”. Dio ama
la materia, perché l’ha creata e la salvezza passa attraverso il corpo: lo vediamo
nell’Eucaristia. Non c’è Eucaristia senza vino, per esempio… E le donne questo lo
capiscono! Le donne che danno alla luce il figlio avvertono moltissimo questo. Penso
che questo ci indichi proprio l’importanza di prendersi cura dell’altro, come dice
Papa Francesco “di toccare l’altro!”. Anche la Pasqua - penso - sia un’occasione grande
per stare vicino, spalla a spalla alle persone che amiamo.