2014-04-20 14:46:07

Pasqua in Grecia. Caritas Atene: di fronte alla crisi non perdiamo la speranza


Col perdurare della crisi economica, la Grecia vive una Pasqua essenziale, fatta di riti religiosi e consuetudini rafforzate negli anni. Nonostante nelle ultime settimane la disoccupazione abbia fatto registrare un leggero calo e il Paese sia tornato sul mercato dei capitali, con un'asta di titoli a cinque anni, non è ancora finito il periodo di austerity. Ce ne parla padre Andreas Vuccinos, direttore di Caritas Atene e vicepresidente di Caritas Hellas. L’intervista è di Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – E’ una Pasqua molto difficile per la gente, perché la crisi economica è ancora forte: la situazione non si è risolta. Anzi: è molto grave e non c’è denaro. La gente adesso viene pagata l’ultimo giorno del mese: cioè lo Stato non paga prima di quella data. Allora non si prenderanno le pensioni, se non alla fine del mese: quindi molti non hanno le possibilità per festeggiare la Pasqua. Non possiamo festeggiare quando i pensionati non prendono la pensione, gli statali non hanno più la tredicesima, o come si chiama qui ‘il dono di Pasqua’.

D. – Dal punto di vista della fede, come si celebrano i riti pasquali? Quest’anno la Pasqua cattolica e quella ortodossa coincidono…

R. – In Grecia, come cattolici seguiamo il rito latino, però ormai ogni anno – fin dal 1971 – celebriamo la Pasqua lo stesso giorno della Chiesa ortodossa, perché abbiamo tante famiglie miste. La Chiesa ortodossa per tutto l‘anno segue il nuovo calendario gregoriano, ma per la Pasqua – per festeggiarlo insieme con le altre chiese ortodosse – segue il vecchio calendario. Quindi noi, come cattolici, per la Pasqua seguiamo le date ortodosse, fin dai tempi di Papa Paolo VI.

D. – Lei ha parlato di una situazione ancora difficile in Grecia: eppure i recenti dati della disoccupazione mostrano un leggerissimo calo…

R. – Quando ci sono un milione e 300-400 mila disoccupati, se anche un milione ha trovato lavoro questo non significa che si sia risolto il problema delle famiglie.

D. – La Caritas come aiuta le famiglie?

R. – Grazie anche alla Caritas italiana e altre Caritas, cerchiamo di aiutare i più poveri, che in maggioranza sono immigrati o profughi. Cerchiamo di dare una mano con i viveri, con la mensa che abbiamo ogni giorno. Possiamo soltanto aiutarli in questo modo. Non abbiamo molte possibilità, anche le nostre risorse sono limitate, a causa della crisi e delle tasse. Anche la Chiesa vive gli stessi problemi della gente.

D. – Nel periodo pasquale, Papa Francesco ha più volte invitato ad unire le nostre sofferenze a quelle di Cristo per riscoprire la gioia di aiutate gli altri. Com’è possibile in Grecia?

R. – Noi cerchiamo di farlo attraverso la gente che ci può aiutare. Però non sono più molte le persone, perché tutti quelli che ci aiutavano, ora non possono più farlo.

D. – Con le parole di Papa Francesco, come è possibile sostenere e accompagnare chi fa più fatica?

R. – Non dobbiamo perdere la nostra speranza. Speriamo sempre e noi - come cristiani - dobbiamo saper sopportare tutte le difficoltà economiche e sociali. Però non dobbiamo mai perdere la speranza! Il Messaggio del Papa per la Quaresima è stato per noi molto interessante e lo abbiamo distribuito alla gente per far vedere come il Papa parli sempre dei poveri e della situazione dei più deboli nella nostra società.







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