Burundi: creata Commissione verità e riconciliazione, il Paese resta diviso
In Burundi comincia tra le polemiche il percorso della Commissione verità e riconciliazione.
Come riferisce l'agenzia Misna, in una seduta boicottata dall’opposizione, il parlamento
dominato dal Cndd-Fdd, il partito del presidente Pierre Nkurunziza, ha approvato un
progetto di legge che dà vita all’organismo. “Preoccupata” si è detta la società civile,
che teme la nascita di un’istituzione “troppo politicizzata”, in conseguenza di un
“voto unilaterale”.
All’Assemblea nazionale riunita in seduta plenaria spetta
anche la scelta dei futuri 11 commissari, il cui mandato non si estenderà però ai
crimini di genocidio, ai crimini di guerra e a quelli contro l’umanità. In materia,
il governo burundese non ha ancora dato vita al Tribunale speciale, previsto dagli
accordi di pace di Arusha, che rischia di vedere la luce solo fra quattro anni, al
termine del mandato della Commissione appena costituita. Un altro progetto approvato
giovedì da 81 deputati di maggioranza sancisce la creazione di una “Corte speciale
delle terre e altri beni”. Anche qui non mancano le discussioni: per il principale
partito di opposizione tutsi, l’Uprona, il testo legislativo in questione è “anticostituzionale”.
(D.M.)