A Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, l’Ora della Madre
Com’è ormai tradizione da 25 anni, si è tenuta stamani nella Basilica papale di Santa
Maria Maggiore a Roma, una speciale celebrazione mariana: “L’Ora della Madre”. A presiederla
l’arciprete della Basilica, il cardinale Santos Abril y Castelló. Se infatti
il Venerdì Santo è per antonomasia l’“Ora” di Gesù, il Sabato Santo è l’“Ora” della
Madre, in cui si rivivono il dolore e la fede suprema di Maria nell’attesa della Risurrezione
del Figlio. Giada Aquilino ne ha parlato col cardinale Santos Abril y Castelló:
R. - Abbiamo
voluto questo incontro, che non è il primo celebrato nella Basilica di Santa Maria
Maggiore, perché lo abbiamo fatto anche negli anni precedenti. Crediamo sia importante
che in questa Basilica, che è proprio il centro della devozione alla Madonna, non
soltanto a Roma, ma anche per il suo significato teologico per tutta la Chiesa, si
siano unite le varie riflessioni raccolte le altre volte: pensare a Maria e rivivere
quello che la Madonna ha vissuto durante quelle ore, mentre era nell’attesa della
Risurrezione del Signore, della Risurrezione del Figlio. Era sicura che ciò sarebbe
avvenuto. E’ una devozione che in Oriente si ricorda ancora. Raccogliamo infatti nella
nostra celebrazione molti testi sia della Chiesa orientale, sia della Chiesa occidentale.
Ma soprattutto abbiamo messo l’accento sul senso di fede, sul senso di amore e di
totale affidamento che aveva in questa sua missione di Madre della Chiesa, cercando
di collocarlo nel momento attuale della vita della Chiesa. Credo che sia molto importante
che la Madonna possa essere la grande strada verso il Signore, che ci conduca verso
il Figlio. E Lei, che è stata la migliore cristiana e anche la migliore discepola,
ci guidi verso suo Figlio. Abbiamo voluto unire tutti questi elementi per rafforzare
nel popolo dei fedeli la devozione alla Madonna. Un altro aspetto che abbiamo tenuto
presente è il fatto che il Santo Padre sia voluto venire qui già sette volte dall’inizio
del suo Pontificato a venerare la Madonna.
D. - In quell’ora in cui tutto
sembra finito, Maria è “Chiesa che crede”. Proprio Papa Francesco parla di una “Chiesa
madre”, ispirandosi alla Madonna. Cosa la Chiesa e i fedeli possono attingere
oggi dalla Madonna?
R. - Possono vedere, prima di tutto, quel senso di donazione
totale, di affidamento totale alla volontà del Signore e poi vedere come abbia seguito
il Figlio con discrezione, sempre in secondo piano, ma con un posto importantissimo
sin dall’inizio della Chiesa. Credo che anche oggi sia molto importante per noi -
perché Maria continua ad essere l’esempio migliore che c’è di vita secondo la volontà
di Dio - avvicinare questa Chiesa alla Madre di Gesù, alla Madre della Chiesa. E’
per ciò che, in questa occasione, abbiamo voluto radunarci intorno a Maria, chiedendo
che Lei ci guidi, che guidi il Santo Padre, che guidi la nostra Chiesa, anche nell’attuale
desiderio di rinnovamento della vita della Chiesa; per poter essere testimoni nel
mondo dell’amore e della fedeltà alla Chiesa; perché questa fede ci trasformi in servitori
di coloro che hanno bisogno del nostro amore, della nostra carità e del nostro servizio,
come il Santo Padre insiste tante volte.
D. - Non a caso quando Papa Francesco
è venuto alla Basilica di Santa Maria Maggiore ha parlato più volte di Misericordia…
R.
– Sì. Credo che questo sia uno degli aspetti importanti sul quale il Santo Padre insiste
con frequenza: l’aspetto della Misericordia di Dio, di saper andare verso il Signore
che ci accoglie sempre. E qui c’è una splendida riflessione del Santo Padre, quando
dice: “Possiamo essere peccatori ma, se ci pentiamo e andiamo verso il Signore, Lui
ci accoglie sempre”.