Il Papa alla Messa Crismale: la gioia del sacerdote è custodita dal Popolo di Dio
Luis Badilla Morales, Radio Vaticana Durante
la Messa Crismale di quest'anno Papa Francesco ha pronunciato un'omelia insolitamente
lunga, complessa e articolata, incentrata sulla gioia di essere sacerdoti. E' un discorso
che molti vaticanisti e osservatori, già con i primi tweet durante la celebrazione,
hanno giudicato formidabile e intenso. Il Papa ha definito la 'gioia sacerdotale'
una gioia 'che ci unge', e cioè che penetra nell'intimo del cuore del sacerdote e
lo fortifica. Una gioia 'incorruttibile', che 'il Signore ha promesso e nessuno può
togliere'. E una gioia 'missionaria': e cioè posta in intima relazione con il popolo
di Dio. E ancora, seguendo lo schema tripartito, il Papa ha spiegato che
la gioia sacerdotale è 'custodita' dal gregge, il popolo di Dio, e da tre sorelle:
povertà, fedeltà e obbedienza. E' interessante notare come Francesco non
abbia usato la parola 'castità', ma abbia, nel passaggio dedicato alla fedeltà, parlato
a fondo della fecondità della vita sacerdotale e dei 'figli spirituali' che il Signore
dà a ogni Sacerdote.
La Chiesa ha bisogno di sacerdoti
gioiosi fedeli a Cristo e al Popolo di Dio. E’ quanto sottolineato la mattina del
Giovedì Santo da Papa Francesco nella Messa Crismale in San Pietro, dedicata a tutti
i sacerdoti del mondo che in questo giorno rinnovano le promesse fatte al momento
dell’ordinazione. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)