2014-04-18 15:17:17

Archeologia: scoperta un'area "segreta" di Ostia Antica, più grande di Pompei


Una scoperta destinata ad appassionare gli amanti della storia e dell’archeologia. Dopo anni di scavi è stata rinvenuta una parte di Ostia Antica fino ad oggi 'segreta', più grande di Pompei. L’area interessata, probabilmente di natura commerciale, si trova sulla sponda del Tevere opposta rispetto al sito archeologico finora conosciuto. Lo studio condotto da autorità statali e da due università inglesi pone in evidenza l’immensa ricchezza del territorio italiano spesso poco valorizzato. Paolo Ondarza ha intervistato Paola Germoni, archeologa della Soprintendenza per i beni archeologici di Roma:RealAudioMP3

R. - E’ stato scoperto un insieme di edifici, che - già di per sé - presentano delle caratteristiche molto significative. Dalla planimetria si vede che sono edifici funzionali, quindi edifici di stoccaggio. Non stiamo parlando, per adesso, di edifici termali…

D. - Quindi non sono abitazioni?

R. - Sembrerebbe proprio di no! Probabilmente possono esserci oggetti, ma di vita quotidiana. Questi edifici sono racchiusi da una cinta muraria, ovvero fanno parte integrante della città di Ostia.

D. - Vale a dire che le mura dell’antica città non terminavano sulla terraferma a Sud del Tevere, ma continuavano sulla sponda settentrionale…

R. - Esatto, sulla riva destra del Tevere: inglobavano cioè tutta la porzione meridionale dell’Isola Sacra, che fino ad oggi era considerata, invece, un’area destinata esclusivamente ad un uso di tipo sepolcrale. Tutto ciò adesso va completamente rivisto!

D. - Quindi il Tevere non chiudeva la città a Nord, ma - possiamo dire - che divideva la città in due parti…

R. - Io proporrei un diverso ordine dei soggetti: la città inglobava il fiume e ne controllava la navigazione. Controllare il fiume e in particolare il fiume Tevere, che era la grande arteria di comunicazione del Mediterraneo, con la capitale dell’’Impero, voleva dire controllare l’arrivo delle merci, del grano, dell’olio…

D. - Stiamo infatti parlando di un’area importantissima da un punto di vista commerciale, strategica direi…

R. - Assolutamente, perché tra la città di Ostia Antica a Sud e il complesso dei bacini a Nord Roma arrivava, con il suo controllo statale, a dominare e a gestire tutto il traffico navale del Mediterraneo antico.

D. - Tutto questo al momento è sotto terra?

R. - Sì!

D. - Si può azzardare qualcosa sullo stato di conservazione?

R. - Quello che è sicuramente conservato è la distribuzione planimetrica, ovvero com’erano suddivisi gli ambienti. Non abbiamo la terza dimensione.

D. - Si trovano sotto un’area facilmente esplorabile o sotto un’area - ad esempio - già edificata?

R. - Per nostra fortuna l’area non è molto edificata in quanto era protetta dalla legislazione di tutela degli anni Sessanta. Quasi certamente è la tipologia del terreno, che ha consentito la conservazione su così larga scala degli edifici, in quanto essendo molto prossimi al Tevere vi è, al di sopra di quelle strutture, tutto un pacco di argille alluviali che hanno sigillato gli edifici.
D. - E’ un materiale che conserva bene?

R. - Conserva molto bene!

D. - Voi chiedete una maggiore attenzione a questo territorio…

R. - Chiediamo soltanto di avere il supporto di tutto lo Stato in questa opera di tutela. Certi articoli sull’inutilità dei sovrintendenti mi sembrano veramente molto pretestuosi. Ritengo che ognuno debba fare con coscienza il proprio lavoro! Noi non possiamo far costruire, perché noi non ne siamo i padroni: noi ne siamo testimoni per un breve periodo di tempo, ma poi passano alle generazioni future.

D. - Oltretutto se vogliamo essere pratici, il reperimento di un’area archeologica di così grande pregio è anche fonte di guadagno…

R. - La città di Ostia Antica è già meta di più di 300 mila turisti l’anno. Questa mattina, per arrivare ad Ostia Antica, io ho dovuto cambiare tre trenini della Roma Lido; questa mattina - come tutte le mattine! - non c’era orario per prendere il mezzo pubblico per arrivare agli scavi di Ostia. Non abbiamo bisogno di granché: abbiamo bisogno che funzioni quello che c’è!

D. - Anche perché la ricchezza, quantomeno quella storica ed archeologica, ci viene di continuo regalata da queste scoperte…

R. - Regalata! Regalata con molta fatica, con molto studio e con molta umiltà!







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