Messa in Coena Domini, il Papa al Don Gnocchi. Mons. Bazzarri: una carezza ai sofferenti
E’ grande l’attesa alla Fondazione Don Carlo Gnocchi per la Messa in Coena Domini
che il Papa celebrerà questo pomeriggio nel Centro riabilitativo Santa Maria della
Provvidenza, in via Casal del Marmo a Roma. Il tradizionale rito, che apre il Triduo
Pasquale, vedrà Francesco lavare i piedi a 12 ospiti della struttura sanitaria in
memoria della lavanda fatta da Gesù agli apostoli. Un gesto simbolico di pietà evangelica,
come spiega mons. Angelo Bazzarri, presidente della Fondazione Don Gnocchi,
al microfono di Fabio Colagrande:
R. - È un gesto
che il Santo Padre compie sempre nel solco di quella Chiesa convincente che vuole
inforcare il grembiule del servizio a partire degli ultimi che poi sono i primi nel
Vangelo. E questo regalo è certamente una tenera carezza che il Papa dà al mondo della
sofferenza, all’universo abitato dai più fragili e dai più vulnerabili; un gesto che
certamente vuole seminare speranza, diventare poi un modello da imitare e porsi come
bussola di orientamento in continuità non soltanto con il nostro fondatore, ma anche
con tutta l’azione degli oltre 60 anni di vita della Fondazione.
D. - Voi avevate
invitato Papa Francesco. Come è nata questa idea?
R. - La cosa è stata semplice.
Gli ho scritto una lettera; dopo di che ho incontrato il Papa per due minuti in Piazza
San Pietro e gli ho rinnovato il mio invito. Mi rispose: “Perché no? Pensiamoci su”.
Dopo di che la notizia della sua venuta ha naturalmente suscitato in tutti noi grande
ammirazione ed una gioiosa e trepidante attesa. È soprattutto un gesto di grande apprezzamento
per tutto il mondo della disabilità.
D. - Chi incontrerà Papa Francesco?
R.
- Incontrerà tutti i nostri operatori dei due centri di Roma, Santa Maria della Pace
e Santa Maria della Provvidenza; a questi si sono unite delle delegazioni di tutti
gli altri 27 centri dislocati in Italia sia per quanto riguarda i disabili, i familiari,
i volontari, gli operatori e coloro che sono un po’ parte degli amici della “baracca”
di Don Gnocchi. Sarà una festa che vuole essere più che ufficiale, un po’ più intima,
familiare, così come la circostanza liturgica richiama e come lo stile di Papa Francesco
indica.
D. - Ecco, uno dei gesti a cui ovviamente verrà dato un grande significato
è la lavanda dei piedi. Chi sono i 12 ospiti? I disabili - che appunto - saranno protagonisti
di questo gesto rituale così importante ….
R. - I 12 prescelti hanno età differenti,
diversi handicap e diverse appartenenze dal punto di vista religioso, perché questo
è un gesto universale di un Dio che si fa uomo, che serve tutta l’umanità - l’umano
nella sua interezza -; inoltre c’è questa continuità di una misericordia evangelica
che vuole abbracciare con il gesto del Papa tutto il mondo della sofferenza ritmato
sulla marcia degli ultimi e dei più deboli.
Tanta è l’emozione di incontrare
il Papa per i degenti del Centro di riabilitazione Don Gnocchi prescelti per la lavanda
dei piedi. Il servizio di Roberta Gisotti:
150 posti
letto nella residenza sanitaria assistenziale e nel reparto riabilitativo oltre a
a 40 posti di degenza diurna, 20 posti di riabilitazione domiciliare, le attività
ambulatoriali ed un Centro di formazione, orientamento e sviluppo. La struttura già
nota come “Piccola Casa della Divina Provvidenza” Cottolengo è stata acquisita nel
2003 dalla Fondazione Don Gnocchi. 12 i pazienti disabili che avranno la gioia di
incontrare il Papa e partecipare al rito della Messa in Coena Domini. Tre stranieri
e 9 italiani. Alcuni con patologie permanenti, altri temporanee con possibili recuperi.
Il più giovane, Osvaldinho, originario di Capoverde, ha solo 16 anni, condannato su
una sedia a rotelle per un tuffo in mare la scorsa estate. I più anziani Pietro e
Angelica 86 anni, che dice: “io, una contadina, avrò questo onore dal Papa!”. Marco,
19 anni, lotta contro una neoplasia cerebrale. Hamed, libico musulmano, Giordana,
etiope handicappata grave, Orietta, colpita da encefalite in tenera età, e Samuele,
poliomelitico dall’età di 3 anni, vivono con i volontari nel Centro. E poi Gianluca
operato più volte per meningiomi, Daria e Stefano con problemi di spasticità e paresi.
Storie di dolori fisici e sofferenze psichiche a volte indicibili, di malattie invalidanti
a vita, di progetti infranti e sogni spezzati ma anche storie di fede e speranza,
solidarietà e carità, di amore e rinascita.