Dalla Camera arriva il via libera, con i voti della maggioranza, al Documento di Economia
e Finanza e allo slittamento del pareggio di bilancio. Nella sua informativa, il ministro
dell’Economia Padoan ha detto che le polemiche legate alla lettera all'Ue sul rinvio
sono una “tempesta in un bicchier d'acqua”. Alessandro Guarasci:
Nessun dramma
per il rinvio del pareggio di bilancio. Padoan ha assicurato che sarà conseguito nel
2016 e mantenuto fino al 2018. Già nel 2015 il disavanzo comincerà a calare. Il governo
intende quindi attuare un piano di rientro, attraverso tagli alla spesa, per raggiungere
pienamente l'obiettivo. Una mano arriverà anche dalle dismissioni di beni dello Stato
per circa 0,7 punti percentuali di Pil nel triennio 2014-2017. Preoccupa però la
crescita, ancora troppo fragile nel 2014 nonostante i segnali di ripresa. Sul pareggio
di bilancio abbiamo sentito l’economista Alberto Quadrio Curzio:
R.
- Mi auguro che la Commissione Europea non ne faccia una questione di principio, perché
il rinvio è per un’entità marginale su un saldo strutturale di uno 0,1 e l’Italia
si trova sostanzialmente meglio rispetto agli altri Paesi - esclusa la Germania -
con gli obbiettivi di medio termine per il pareggio di bilancio.
D. - Secondo
lei con questo rinvio sarà più facile fare investimenti per rilanciare l’occupazione
e i consumi?
R. - Qualche margine c’è. Credo però che i maggiori vantaggi per
il rilancio della crescita potranno venire da quell’aumento di 80 euro in busta paga
- tra l’altro finanziati in parte anche da questo rinvio -; in secondo luogo dal notevole
afflusso di capitali che in questo momento favorisce l’Italia, abbassa notevolmente
i tassi di interesse liberando risorse. Questo significa che inizia a delinearsi una
fiducia nel sistema Italia che speriamo non venga poi malamente intaccata dagli esiti
elettorali.
D. - Però nel frattempo Confindustria parla di un rischio serio
di deflazione. Secondo lei, come se ne può e se ne deve uscire?
R. - L’Italia
da sola non può uscire dalla deflazione. Tuttavia l’Europa deve prendere delle iniziative
molto più decise per rilanciare la crescita, perché se continua con questa rigidità
sulle regole di bilancio e scarsità di risorse destinate agli investimenti, crescita
e occupazione, la deflazione - o comunque una deflazione strisciante - ci sarà e durerà
per parecchi anni.