2014-04-17 11:34:00

Centrafrica: in corso trattative per il rilascio del vescovo di Bossangoa


È in corso una trattativa per la liberazione del vescovo di Bossangoa, mons. Nestor Désiré Nongo Aziagbia: lo dicono all'agenzia Misna missionari presenti nella diocesi e l’arcivescovo di Bangui, mons. Dieudonné Nzapalainga. L’incontro si starebbe tenendo nelle vicinanze della città di Batangafo.

Il vescovo di Bossangoa, era stato sequestrato ieri assieme a tre sacerdoti della sua diocesi, nel nord del Paese, da un gruppo di miliziani della Seleka. A darne notizia all'agenzia Misna è l’arcivescovo di Bangui, mons. Dieudonné Nzapalainga.

“Nella tarda serata di ieri mi ha chiamato il vescovo di Bossangoa, che mi ha confermato di essere stato prelevato dalla sua abitazione assieme ad altri tre religiosi” spiega, “ma per il momento non ho altre informazioni al riguardo”. Di sicuro, nella città “sono presenti Forze della Misca, la missione di peacekeeping africana dispiegata nel Paese, che sono in contatto con questo gruppo di rapitori della Seleka ” aggiunge mons. Nzapalainga. In un primo tempo, fonti francesi contattate dalla Radio Vaticana avevano annunciato il rilascio del presule ma dopo poche ore la notizia è stata smentita.

Nelle scorse settimane, fonti della Misna avevano espresso il timore che le truppe ciadiani della missione africana, costrette a ritirarsi dopo una serie di tensioni con altri contingenti, potessero occupare le regioni settentrionali, alleandosi con la Seleka - costituita per lo più da ciadiani e sudanesi - con l’obiettivo di sfruttare il petrolio e le altre risorse della zona.

Il vescovo di Bossangoa, vicepresidente della Conferenza episcopale del Centrafrica e l’arcivescovo Nzapalainga avevano firmato nei giorni scorsi una vibrata lettera di proteste in cui criticavano la Misca per l’operato svolto finora, accusando le truppe africane di “proteggere le frontiere e gli interessi dei propri paesi e non la pace e la stabilità in Centrafica”.

Sulla dinamica del sequestro, il racconto di suor Antonietta Papa, segretaria generale delle Figlie di Maria Missionarie, al microfono di Roberta Gisotti: RealAudioMP3

R. - Ieri sera ho ricevuto la chiamata di suor Angelina Santa Giuliana che abita a Bouka nella diocesi di Bossangoa. Il vescovo, mons. Nestor Nongo Aziagbia, era appena uscito da casa sua – da Bouka – e diretto a Batangafo per andare a celebrare Messa. Dopo di lì avrebbe dovuto recarsi in un altro villaggio per un’altra celebrazione. Era insieme ad altri tre preti. Un colonnello del Seleka li ha fermati ed ha preso il comando della loro macchina e ha guidato verso una destinazione sconosciuta. Però, proprio ieri, in tarda serata suor Angelina ha richiamato dicendo che quelli della Seleka avrebbero consegnato il vescovo e i preti al comando della Misma.

D. - Sarebbe stato pagato anche un riscatto?

R. - No, di questo non sappiamo nulla.

D. - Ecco, ma quali sono i rapporti tra la Chiesa locale e le milizie Seleka?

R. - Il vescovo era molto impegnato insieme all’arcivescovo di Bangui, mons. Nzapalainga, in questa missione per poter riappacificare il Centrafrica. La Seleka è stata a Bouca per molto tempo, dal marzo dello scorso anno fino a febbraio. Erano costantemente presenti sia alla missione di Bouka che in quella di Bossangoa, dove io sono stata una settimana fa. Lì, ancora ci sono gli accampati, prima c'erano 42 mila persone, adesso sono 500 e i Seleka stanno sempre lì. I militari ciadiani della Misca sono invece andati via, quindi i Seleka hanno preso il controllo riattaccando di nuovo le missioni.

D. - In Centrafrica il clima tutt’ora è molto critico …

R. - Sì! Quando noi siamo stati lì per un mese – io vi sono stata dall’11 marzo all’8 aprile – insieme alla Superiora generale, suor Fiorenza Amato. E lì si sparava ogni sera, ogni sera. Noi eravamo al quartiere 5, ovvero al km 5, dove c’è la moschea ed era veramente impossibile. Poi siamo stati anche a Bouca dove abbiamo visto la gente che aveva veramente solo gli occhi per piangere.

D. - Che cosa si può sperare in questo momento per il Centrafrica?

R. - Personalmente spero davvero nei più giovani perché possano – come diceva anche il nunzio che abbiamo incontrato – 'disarmare' i cuori per potersi riprendere, perché non c’è altro modo. Per il momento c’è solo distruzione e non so se il grano caduto per terra poi risorgerà; risorgerà certamente, però ora c’è solo distruzione … É difficile.







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